Domenica 2 febbraio alle 17.30. nella solennità della Candelora, la Parrocchia di San Giovanni Battista in Castelforte farà memoria anche della nascita di don Silvio Aniello indimenticato parroco di Casteelforte degli anni settanta. A guidare l’azione ministeriale di don Silvio è sempre stato il tema dell’evangelizzazione e della promozione dell’uomo e, oggi, a ricordarlo con particolare affetto sono, ancora una volta, i “suoi ragazzi”. I ragazzi di allora, ancora una volta si sono riuniti e hanno voluto mettere in evidenza il loro profondo legame con questo “uomo di Dio” che tanto bene ha fatto al territorio e che ha segnato la vita di quanti hanno condiviso con lui sogni e desideri.
Gli organizzatori con il sostegno del parroco don Fabio Gallozzi, hanno anche pensato che era giusto sintetizzare la sua missione con uno slogan che desse ragione alla speranza che questo sacerdote ha cercato di diffondere intorno a se: “Farsi carico delle sofferenze e trovare risposte adeguate e concrete”. Ritorna così a risuonare il messaggio di un sacerdote che ha saputo raccontare con la vita il proprio credo. E per restare al concreto come a Lui sembrava opportuno è significativo fare, i “suoi ragazzi” hanno ricordato le opere che, insieme ai tanti laici che con lui collaboravano sono state realizzate per il bene comune. In particolare va citata l’istituzione a Castelforte della scuola superiore. Erano i primi anni settanta quando nasceva l’Istituto Sperimentale dove trovavano accoglienza ben sei indirizzi di scuola superiore (liceo classico, scientifico e artistico, ragioneria, geometra e magistrale). Nasceva così un Istituto di Scuola Superiore che avrebbe segnato la storia formativa, educativa e didattica di molte generazione. Un pool di docenti qualificati e coesi lo hanno accompagnato e fatto crescere. Don Silvio era l’anima di questa scuola, la persona che ha saputo donarsi con passione convinto che la cultura era ed è l’unico mezzo per sostenere con efficacia la “promozione dell’uomo”. La cultura, infatti, permette di affrancarsi dalla sudditanza nella quale si può cadere quando questa manca. Grande impegno e passione civile ha animato il suo agire pastorale. Fondò, insieme ad un gruppo di laici quella che oggi chiameremmo Associazione alla quale volle “imporre” il nome di “Centro Comunitario di Promozione Umana don Saverio Treglia”. Il nome era tutto un programma. La parola “Centro” sta ad indicare come nella realtà del territorio avrebbe dovuto segnare il punto d’incontro e di dialogo tra persone di varie estrazione culturale, sociale, politica e di credo. A questa parola aggiunse “Comunitario” ad indicare il senso della “Comunità” che si organizza e vive con le regole della “solidarietà”. A queste fece seguire le parole “Promozione Umana” per indicare che lo scopo era, appunto, quello di valorizzazione l’uomo in quanto tale. Infine intitolò il “Centro” alla memoria di don Saverio Treglia altro indimenticabile parroco di Castelforte che per oltre un quarantennio ha guidato la comunità.
Grande inoltre fu l’impegno di don Silvio accanto ai giovani. Siamo negli anni settanta, e attorno a lui si accalcò un gruppo di più di 50 giovani. Il suo fu un contatto quotidiano, un vivere concretamente i problemi le attese e le speranze di questi ragazzi. Oggi proprio loro, i “giovani di don Silvio” hanno voluto riprendere in mano sogni e desideri e cercare nel concreto del loro quotidiano vivere l’ideale della “promozione dell’uomo” nel loro quotidiano.
Domenica 2 febbraio alle ore 17.30 nella Chiesa di San Giovanni Battista saranno proprio loro i “suoi” giovani, ad animare la liturgia eucaristica che sarà celebrata dal parroco don Fabio Gallozzi. Alla santa messa è stata invitata tutta la comunità parrocchiale e quanti lo hanno conosciuto anche nella vicina città di Minturno dove era nato e dove è stato parroco di San Biagio Vescovo e Martire a Marina di Minturno.
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