In questi giorni, sul territorio di Anzio, stanno accadendo fatti d’estrema gravità che ledono la libertà di stampa e che rasentano il mobbing all’interno della struttura comunale. Conosco Cosimo Bove da una vita ed è un giornalista, direttore e editore di Reporter News scrupoloso che ama il suo lavoro. Gli esprimo tutta la mia solidarietà per il grave atto intimidatorio che ha subito. La stessa solidarietà la esprimo al dottor Bruno Parente, Capo della Segreteria del Sindaco, che (hanno ragione i giornalisti) ha subito, sulla tomba del padre, atti di “intimidazione mafiosa” che credo durino da svariati mesi nell’indifferenza generale. Ma quale solidarietà della politica, consiglieri comunali mi hanno riferito che si sono tenute riunioni nella stanza del presidente del consiglio comunale ed in altri luoghi per “cacciare” il dottor Parente, colpevole di aver dato troppa visibilità all’incontro istituzione in Prefettura dell’Assessore Cafà e di aver concesso al sottoscritto, come ha fatto con tutti coloro che ne hanno fatto richiesta, la saletta al piano terra di Villa Sarsina dove non avendo più una sede politica ho tenuto la mia conferenza stampa. Forse è risultato “indigesto” ai vecchi politici quello che ho detto ma smettetela di perpetrare azioni di mobbing, come spesso è accaduto in passato, nei confronti dei dipendenti che fanno semplicemente il loro lavoro nel rispetto di tutti. Spero non sia vero del dossier del quale parla il giornalista Del Giaccio nel suo editoriale d’oggi, perché se è vero, ha ragione lui. Basta, andiamocene a casa!
Marco Maranesi
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