I milioni di euro che il PNRR ha messo a disposizione per la Regione Lazio
sulla sanità riguarderanno la ricostruzione della sanità territoriale attraverso la
messa in opera di case e ospedali di comunità distribuiti in quasi tutti i
Comuni della nostra provincia.
Le strutture sociosanitarie a gestione principalmente infermieristica dovranno
essere luoghi di prestazioni sanitarie per i cittadini che decidono di non
recarsi in ospedale. Ridisegnare la sanità così intesa rappresenta soprattutto
il tentativo di decongestionare gli ospedali dove le lunghe attese al pronto
soccorso, la mancanza di posti letto sufficienti nelle corsie e le liste di attesa
impossibili per le prestazioni specialistiche rappresentano le gravi criticità
attuali. Le intenzioni sono promettenti ma la promessa sarà mantenuta solo
se gli ospedali riprenderanno a funzionare per davvero, cioè ad avere uomini
e mezzi per affrontare al meglio le emergenze mediche, chirurgiche e
ginecologiche che le case e ospedali di comunità non riescono ad affrontare.
Purtroppo il futuro degli ospedali non è affatto scontato: uomini e mezzi da
potenziare dipendono da altre risorse economiche regionali, oltre a quelle
stanziate dal PNRR, che non si vedono all’orizzonte; l’emergenza covid,
ritenuta adesso terminata, ha portato nuova linfa agli organici ospedalieri con
fondi aggiuntivi, ma ora si tratta di trovare altri soldi sia per dare continuità
lavorativa e contrattuale a chi è entrato in ospedale con contratti covid – e che
serve come il pane per tutte le altre patologie – sia per completare gli organici
gravemente ridotti già prima della pandemia. Auspichiamo che la Regione
Lazio stanzi fondi aggiuntivi e consistenti sia per la sanità territoriale, sia per il
funzionamento delle strutture ospedaliere. L’errore fatto in passato di lasciare
indietro la sanità territoriale oggi può essere ripetuto lasciando indietro gli
ospedali, con il risultato gattopardesco che tutto cambia per non cambiare poi
nulla.
Dottor Giuseppe Potente, Sanità – Provincia di Latina in Azione
Operatore dell’informazione. Attivista culturale impegnato a scoprire, analizzare, descrivere e diffondere avvenimenti di vita locale quotidiana
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