Il 3 ottobre al cinema Adriano a Roma si è svolta la presentazione del film di Francesco Castellani “Blackstar nati sotto una stella nera” già presentato alla Fiera di Roma fuori concorso che uscirà ufficialmente in sole 15 sale in tutta Italia il 10 ottobre. Questo film è liberamente ispirato alla vera storia dei “Liberi Nantes Football Club” una squadra di calcio interamente formata di giocatori vittime di migrazione forzata di una periferia romana. Il film non è sulla “migrazione” ma piuttosto sulla realtà quotidiana di dubbi e precarietà in cui vivono migranti e non migranti, che si confrontano e si scontrano mostrando le paure e il disagio di vivere in un periodo in cui si è privi d’identità e stabilità, tutti accomunati dall’incertezza del futuro. Un film in cui il fenomeno della migrazione entra solo di riflesso nella vicenda, un racconto che rivela quanto siamo tutti simili e “fratelli” nelle avversità quotidiane. Racconta di una disputa di quartiere per un campo di calcio abbandonato, una “guerra tra poveri” che li aiuta a scoprirsi e ad aprirsi a realtà solo apparentemente lontane. Affrontando un tema difficile utilizzando il gioco del calcio come simbolo d’integrazione e famiglia. Il calcio è un linguaggio universale che aiuta questi giovani migranti a sentirsi parte di qualcosa a sentirsi a casa. Il gioco di squadra che insegna amore e fraternità. Con lo slogan “FREE TO PLAY” liberi di giocare, di esprimersi e di vivere. Indica la ricerca della propria strada e del destino in una dimensione di vita da vivere liberamente. Una libertà che purtroppo è continuamente minacciata dalla precarietà e dalla paura.Un film contornato dalle musiche di “bufalo kill” che con i loro testi ci fanno vivere le storie di vita di una terra difficile e i brani del maestro Ennio Morricone. Nel film possiamo ammirare anche un monumento/scultura al migrante ignoto di Sprout, un’opera d’arte che rappresenta le tragedie del viaggio obbligato la perdita d’identità e di una famiglia. Raffigura un passaggio, un tunnel, una metafora di viaggio e del cambiamento di vita. È una struttura fatta con 300 elementi di ceramica a forma di radici, spine, germogli alcuni che possono essere fischiati e sono agganciati ad un cavo di metallo. È un simbolo per rendere onore e commemorare i numerosi caduti in mare e i morti durante le migrazioni. Questa è la vera storia di ragazzi rifugiati che si sono uniti grazie all’aiuto di volontari e hanno formato una squadra che partecipa al campionato di calcio di terza categoria. I liberi nantes sono nati per dare asilo attraverso lo sport, convinti che si può accogliere chi ne ha bisogno anche su un campo di calcio, in una palestra, in una piscina perché ritornare a giocare è per certi versi ritornare a vivere davvero.
Martina Perucca
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