Per quanto concerne il controllo della specie cinghiale e il contenimento dei danni da fauna selvatica vi è un quadro di competenze su cui occorre fare chiarezza per distinguere le responsabilità.
Nelle ultime settimane l’Amministrazione Comunale ha invocato l’intervento della Regione, ignorando o omettendo il quadro di competenze in capo all’ente locale su questa delicata tematica.
Sarebbe quindi il caso di assumersi responsabilità più che giocare allo scaricabarile.
Occorre infatti segnalare che, per quanto
riguarda la caccia al cinghiale nell’ambito territoriale LT2, è stata garantita la regolare partenza della stagione venatoria.
Grazie, infatti, all’impegno dell’assessore regionale Enrica Onorati e al lavoro delle strutture regionali competenti si è superata l’impasse determinatasi a seguito della sentenza del TAR riguardo all’ordinaria amministrazione dell’ente ATC LT 2.
Grazie alla collaborazione tra la direzione regionale agricoltura, l’area decentrata Lazio Sud e l’ATC LT 1 si è potuto procedere ad emanare una determinazione attraverso la quale si garantisce l’avvio della stagione venatoria nelle modalità e nei tempi previsti dal calendario e dal disciplinare di caccia al cinghiale.
Novità importanti dal punto di vista delle funzioni dei Comuni sono arrivate dal
Piano Regionale Interventi Urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione della peste suina africana nella specie cinghiale (PRIU), approvato qualche mese fa dalla Giunta Regionale del Lazio.
Il PRIU è uno strumento importante con il quale si regolamentano le competenze degli ATC e dei Comuni, nei rispettivi ambiti, nella predisposizione dei piani di controllo per la specie cinghiale finalizzati alla prevenzione della diffusione della PSA, alla limitazione dell’incidenza dei sinistri stradali, al contrasto del danneggiamento alle colture agricole. A tal riguardo nel PRIU era stato ben specificato che per quanto riguarda i territori urbani e periurbani “i Comuni, qualora ne ravvisino la necessità, per le competenze di cui all’art. 35 della L.R. 17/95, entro 30 giorni dall’approvazione del presente piano (PRIU) inviano alle ADA di competenza, per l’approvazione, le informazioni e i dati secondo l’allegato modello di intervento di controllo. Tale modello, debitamente compilato con le informazioni e approvato dall’ADA, integra il presente Piano e ne dà attuazione a livello locale.
Pertanto, all’esito dell’approvazione del PRIU, l’attuazione degli interventi di controllo, nel rispetto di quanto previsto dall’art. 35 della legge regionale 17/95, è svolta, senza ulteriore valutazione ed
espressione del parere ISPRA, essendo stato acquisito il parere sul piano di controllo nell’ambito del
presente piano”.
Possiamo, quindi, affermare che le risposte e gli atti dalla Regione sono arrivati e ricordiamo, inoltre, la chiusura definitiva dell’iter che finalmente ha portato il territorio di Castelforte dentro il perimetro del Consorzio di Bonifica Lazio Sud-Ovest.
Al contrario ci chiediamo e chiediamo alla Amministrazione del nostro Comune quali atti abbia compiuto per il controllo e la limitazione della presenza dei cinghiali nel nostro territorio; ci chiediamo inoltre se l’immobilismo su questa problematica sia dovuto a una mancanza di volontà o ad una mancanza di conoscenza delle competenze dello stesso Ente che sono chiamati ad amministrare.
Gruppo Consiliare CASTELFORTE FUTURA
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