In riferimento al comunicato stampa del Comune di Nettuno del 28 novembre, relativo all’approvazione di una delibera per l’acquisto della scuola San Giovanni, da parte dello stesso Comune e nel quale è riportata questa espressione del sindaco pro-tempore, Alessio Chiavetta: «Ho già chiesto un incontro al vescovo di Albano, monsignor Semeraro», si tiene a precisare che non è arrivata alcuna chiamata né dal Sindaco, né dalla sua segreteria. Il 5 febbraio 2013 alle ore 11.00 il parroco accompagnato dall’economo diocesano, sono stati ricevuti dal Sindaco, il quale ha dichiarato “vi chiamerò”. È da quel 5 febbraio 2013 che la Diocesi di Albano è in attesa di una chiamata dal Sindaco. Avendo atteso inutilmente fino ad ora si procede con questa risposta scritta. Mai al Sindaco di Nettuno o a qualche suo delegato è stato chiesto di farsi carico dei debiti pregressi della scuola. La decisione di chiudere la scuola San Giovanni non è data dai vecchi debiti, ma dall’impossibilità di una pianificazione finanziaria che porta la Parrocchia, gestore fino allo scorso settembre, per lo meno a perdere cifre ragionevoli. Il Comune che, nella persona del sig. sindaco Alessio Chiavetta, si era impegnato verbalmente in diverse occasioni e da anni alla sottoscrizione di una convenzione e non di un “contributo una tantum” come recita il testo della delibera della sua giunta n. 118 del 14 luglio 2011, non ha dato alcun seguito alle mille promesse. La convenzione con il Comune è sempre sembrata l’unica speranza per continuare. Vista l’impossibilità di parlare con il Sindaco, si è giunti alla dolorosa decisione di chiudere la scuola, ma è sembrato corretto informare almeno attraverso una lettera lo stesso Sindaco sempre irraggiungibile per altre vie. Sconcerta e rattrista sentir dire dal primo cittadino nell’incontro del giorno 27 novembre presso l’aula consiliare del Comune di Nettuno, di aver letto questa comunicazione con leggerezza, come se fosse la solita lamentela sentita più volte. Effettivamente più volte, negli anni, la Parrocchia si è rivolta al Comune paventando la chiusura ma questa volta si è trattato di una comunicazione ufficiale dell’Ufficio dell’economato della Diocesi di Albano su carta intestata, con una lettera protocollata con protocollo interno (prot. Ec_22/13 del 31 luglio 2013), inoltre, durante una celebrazione istituzionale il Sindaco incontrando il Vescovo di Albano, che gli rappresentava la serietà della situazione della Scuola San Giovanni, ha verbalmente promesso a mons. Semeraro che avrebbe chiamato il giorno seguente l’economato diocesano per trovare una soluzione. Tuttavia anche questa chiamata non è mai arrivata. In tutto questo iter che ha portato alla dolorosa decisione della chiusura è stato coinvolto il corpo docente inizialmente nelle persone della allora direttrice e della segretaria. È durante il dialogo col corpo docente che si è deciso di non arrendersi, evitare la chiusura e cercare ancora una soluzione. L’unica proposta valida è stata quella di Fabrizio Coscione, che prevedeva: la costituzione di una società e non di una cooperativa per garantire gli insegnanti, la presenza della Parrocchia nelle gestione didattica come garanzia per l’ottenimento del riconoscimento di scuola di ispirazione cattolica, il mantenimento del corpo docente come garanzia di continuità, lo sviluppo di attività extrascolastiche pomeridiane sempre a servizio dei bambini e della educazione cattolica e la graduale riqualificazione strutturale dell’immobile. Presentati gli elementi di questa operazione nell’incontro del 30 ottobre scorso ai genitori rappresentanti di classe, la conclusione di tutti fu «per noi genitori non cambia nulla». Per le famiglie e per i genitori effettivamente non cambia nulla. Sono gli insegnanti, ai quali va la gratitudine e il riconoscimento per il grande sacrificio, che hanno accettato di continuare a lavorare rinunciando a parte del loro stipendio attraverso un accordo di solidarietà, prima con la Parrocchia ed ora con il nuovo gestore. Grazie all’impegno economico della Educo srl sarà possibile avviare una serie d’attività didattiche pomeridiane che aiutano la scuola, garantiranno alle insegnanti la possibilità di avere altre ore lavorative e, offriranno alle famiglie e ai ragazzi un servizio in più, sempre nello spirito della scuola.
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