Comitato Istituzionale LT4: Voto Contrario alla Costituzione del Consorzio per la Gestione dei Servizi Sociali

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Fondi, 5 Marzo 2025 – Nel corso della seduta del Comitato Istituzionale del Distretto LT4, i sindaci di Sperlonga, Armando Cusani, e di Campodimele, Tommaso Grossi, hanno espresso un voto contrario alla costituzione del consorzio per la gestione dei servizi sociali, evidenziando una serie di criticità strutturali, finanziarie e amministrative.

Le motivazioni del voto contrario
Secondo i primi cittadini, la decisione di istituire il consorzio è stata portata avanti senza un reale confronto con tutti gli amministratori coinvolti, con un metodo definito “rigido e poco collaborativo”, più attento agli equilibri di maggioranza che alle esigenze specifiche del territorio.

I sindaci di Sperlonga e Campodimele hanno sottolineato come, già nella riunione del 12 marzo 2024, il percorso fosse stato avviato nonostante l’assenza giustificata di alcuni rappresentanti comunali, senza garantire un adeguato dibattito pubblico. Le ripetute richieste di confronto non sarebbero state accolte, determinando una spaccatura interna al comitato e penalizzando un processo che avrebbe dovuto basarsi sulla condivisione e sulla trasparenza.

Rischi per le autonomie locali e impatto economico
Un punto centrale della dichiarazione di voto riguarda la mancata equità nella distribuzione delle risorse e nella gestione dei servizi, con una centralizzazione ritenuta dannosa per i comuni più piccoli e fragili. Secondo i sindaci, il consorzio accrescerebbe la spesa corrente senza offrire un miglioramento tangibile nella qualità dei servizi. Inoltre, in caso di dissesto finanziario, i costi ricadrebbero interamente sui bilanci comunali, senza possibilità di intervento per riequilibrare la situazione.

Altro nodo critico è il ruolo del Comune di Terracina, che nella proposta di statuto del consorzio sarebbe marginalizzato rispetto alla posizione dominante del Comune di Fondi, capofila del distretto. Ciò comporterebbe una limitata capacità decisionale per alcuni comuni aderenti, rendendo il consorzio uno strumento più di controllo che di supporto ai territori.

Un modello amministrativo superato
Secondo i due sindaci, la forma consortile rappresenta una scelta obsoleta e inefficace, già superata in altre realtà italiane a favore di unioni di comuni, ritenute più funzionali ed efficienti. L’esperienza negativa del Consorzio degli Aurunci, che ha lasciato pesanti debiti a carico delle amministrazioni locali, è un chiaro monito sui rischi di una gestione poco sostenibile.

Inoltre, l’intervento della Regione, con la possibilità di commissariare alcune funzioni amministrative attraverso la nomina di direttori pagati dai comuni, ridurrebbe l’autonomia decisionale delle amministrazioni locali, violando i principi sanciti dall’articolo 118 della Costituzione.

Richiesta di trasparenza e confronto
I sindaci di Sperlonga e Campodimele chiedono che la loro dichiarazione venga allegata al verbale della seduta e trasmessa ai Consigli Comunali dei comuni del Distretto LT4, affinché possano deliberare con piena consapevolezza sulla forma giuridica da adottare.

La libertà di pensiero non si negozia, né si piega alla volontà di chi vuol cancellarla” – questa la citazione del Presidente Sandro Pertini che accompagna la dichiarazione, a sottolineare la necessità di un confronto democratico e di decisioni ponderate per il futuro amministrativo del territorio.

Per tutte queste ragioni, Sperlonga e Campodimele hanno espresso un voto contrario alla costituzione del consorzio, ribadendo la disponibilità a individuare soluzioni più sostenibili e realmente vantaggiose per i cittadini del distretto.

Di seguito il comunicato stampa

DICHIARAZIONE DI VOTO PUNTO N.2 O.D.G.

SEDUTA COMITATO ISTITUZIONALE DISTRETTO LT4 DEL 05 MARZO 2025
La nostra scelta non nasce da un rifiuto preconcetto o da posizioni ideologiche, ma da una
valutazione lucida e responsabile delle conseguenze future derivanti dalla decisione di istituire un
consorzio per la gestione dei servizi sociali. Riteniamo che il percorso intrapreso per la costituzione
del consorzio sociale LT4 sia caratterizzato da un approccio che non tiene adeguatamente conto
delle specificità e delle reali esigenze del nostro territorio.
Il metodo adottato per questa iniziativa ha evidenziato un’impostazione rigida, più orientata
alla forza che a una reale volontà di collaborazione e sviluppo condiviso. Basti pensare che, nella
riunione del comitato istituzionale del 12 marzo 2024, nonostante l’assenza giustificata dei Sindaci
di Campodimele e Sperlonga, si è comunque proceduto a discutere sulla costituzione del consorzio,
senza preoccuparsi di avviare un confronto condiviso con tutti i rappresentanti, né di garantire una
preventiva informazione pubblica.
Nonostante le perplessità sollevate nei vari incontri istituzionali e le continue richieste di un
confronto pubblico da parte dei Sindaci di Campodimele e Sperlonga, il Comune capofila non ha
mai accolto tale richiesta. Questa presa di posizione rappresenta una sconfitta politica che ha acuito
le divisioni all’interno del comitato istituzionale, senza che il Comune capofila abbia mai tentato di
ricomporle. Anziché unificare il territorio, si è preferito seguire logiche di maggioranze partitiche,
alimentando fratture invece di promuovere un progetto realmente condiviso.
Il Comune di Fondi, in qualità di capofila del Distretto socio-sanitario LT4, deve inoltre
assumersi la responsabilità di una gestione inefficace e fallimentare nel rispondere ai reali bisogni
del territorio. La creazione del consorzio, così come prospettata, non garantisce una distribuzione
equa ed efficiente delle risorse e dei servizi, ma favorisce invece una centralizzazione che
penalizzerà le realtà locali più fragili. Le scelte sbagliate ricadranno inevitabilmente sui bilanci dei
Comuni consorziati, con gravi ripercussioni sulla sostenibilità economica e sulla qualità dei servizi
offerti ai cittadini.
La nostra priorità,da amministratori, deve essere quella di garantire ai cittadini servizi
accessibili e di qualità, senza compromettere l’autonomia decisionale delle amministrazioni locali.
È giunto il momento di dimostrare con fermezza la nostra contrarietà a un sistema che non
risponde,oramai da anni, alle esigenze reali del territorio. Dobbiamo agire con coraggio, compiendo
scelte concrete e responsabili per il bene delle nostre comunità. Solo così potremo costruire un
futuro migliore, fondato su una gestione più efficiente e su uno sviluppo che coinvolga e tuteli tutti i
cittadini, senza ulteriori compromessi o divisioni. Ci aspettiamo, inoltre, una riflessione politica e
sociale da parte di chi ha gestito questa situazione, dimostrando scarsa conoscenza o interesse per i
reali problemi del territorio. È fondamentale che chi prende decisioni per il nostro futuro inizi a
comprendere le difficoltà e le necessità delle realtà locali, evitando di imporre scelte che non ne
rispecchiano l’identità e i bisogni.
L’istituzione del consorzio rappresenta una scelta fallimentare e dannosa per i comuni
coinvolti, con conseguenze gravi dal punto di vista organizzativo, strategico e finanziario. Il primo
grande problema è l’incapacità del consorzio di raggiungere soglie adeguate per garantire la
specializzazione delle risorse umane. La dispersione delle competenze e l’assenza di una struttura
efficiente porterebbero alla creazione di un apparato amministrativo generico e inadeguato,
incapace di offrire un valore aggiunto rispetto alle amministrazioni comunali già esistenti.

Dal punto di vista strategico, la scelta consortile penalizza i comuni in termini di visibilità e
capacità di sviluppo economico. Gli enti consortili, per loro natura, hanno un ruolo marginale e
scarsamente riconoscibile, il che riduce drasticamente la loro capacità di attrarre investimenti e di
influenzare il territorio. Inoltre, la mancata rappresentanza delle minoranze consiliari all’interno del
consorzio costituisce una grave limitazione democratica, poiché esclude ogni forma di controllo e
bilanciamento del potere, lasciando la gestione nelle mani di pochi soggetti senza un adeguato
confronto politico.
L’impatto finanziario del consorzio sarebbe devastante per i comuni aderenti. La sua
istituzione comporterebbe un incremento della spesa corrente, con costi amministrativi aggiuntivi
che graverebbero direttamente sui bilanci comunali. Gli amministratori del consorzio
rappresenterebbero un ulteriore peso economico, senza alcun vantaggio tangibile per le comunità
locali. Ancora più preoccupante è il fatto che, trattandosi di un ente strumentale e non di un ente
locale, in caso di dissesto finanziario non si applicherebbe l’articolo 244 del Testo Unico degli Enti
Locali. Questo significa che i costi di un eventuale fallimento ricadrebbero interamente sui comuni,
senza alcuna possibilità di intervento per riequilibrare la situazione.
Un aspetto particolarmente critico riguarda il ruolo del Comune di Terracina all’interno del
consorzio. La proposta di statuto attuale permette che il comune di Fondi capofila, con l’accordo
degli altri tre comuni, assuma un controllo predominante, relegando Terracina a una posizione di
minoranza. Di fatto, il Comune di Terracina diventerebbe un semplice finanziatore del consorzio,
senza alcuna reale capacità decisionale, subendo le scelte imposte dagli altri enti.
La forma consortile, inoltre, è una scelta anacronistica. A livello nazionale, molti consorzi
sono stati progressivamente trasformati in unioni di comuni, una soluzione ritenuta più efficiente e
sostenibile. L’esperienza negativa del Consorzio degli Aurunci, che ha lasciato una pesante eredità
di debiti ancora oggi a carico dei comuni, dimostra chiaramente i rischi insiti in questa struttura
amministrativa e i danni irreversibili che può causare.
Infine, vi sono fondati motivi per ritenere che questa operazione, fortemente voluta dalla
Regione, possa tradursi in un vero e proprio commissariamento delle funzioni amministrative e
sociali dei comuni aderenti. Attraverso la nomina di direttori, il cui costo ricadrebbe quasi
interamente sui bilanci comunali, si creerebbe un assetto inedito in Italia, in cui i comuni
perderebbero la propria sovranità finanziaria a favore della Regione. Questo sarebbe in netto
contrasto con il principio di autonomia sancito dall’articolo 118 della Costituzione.
A completare il quadro, la governance del consorzio sarebbe completamente scollegata dalle
amministrazioni locali, senza alcuna elezione diretta da parte dei cittadini. Questo aprirebbe la
strada a una gestione opaca, potenzialmente influenzata da soggetti politici esterni, privando i
comuni del controllo effettivo sulle decisioni strategiche e finanziarie.
In conclusione, la scelta consortile si configurerebbe come un grave errore politico e
amministrativo, con ripercussioni negative durature sulle finanze locali, sulla capacità di gestione e
sulla stessa autonomia decisionale dei comuni coinvolti.
Per tutte queste ragioni, esprimiamo il nostro voto contrario alla costituzione del consorzio.
Saranno i Consigli Comunali, quali organi titolati, a deliberare sulla scelta della forma giuridica
finale. Rimaniamo comunque disponibili al dialogo e al confronto per individuare soluzioni più
efficaci e sostenibili per il nostro futuro amministrativo.

Infine, chiediamo che la presente dichiarazione venga allegata al verbale e alla deliberazione del
Comitato Istituzionale e trasmessa, come parte sostanziale e integrale, ai Consigli Comunali dei
Comuni appartenenti al Distretto LT4.

“La libertà di pensiero non si negozia, né si piega alla volontà di chi vuol cancellarla”

(Cit. Presidente – Sandro Pertini)

IL SINDACO DI SPERLONGA
Armando Cusani

IL SINDACO DI CAMPODIMELE

Tommaso Grossi


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