A differenza delle altre grandi Coop (Coop Adriatica, Unicoop Firenze, Coop Estense, Novacoop) che presentano bilanci solidi, ristorni per i soci e premi di risultato per i lavoratori, il CdA di Unicoop Tirreno ha approvato il bilancio 2013 con una perdita per 24,3 milioni di euro.
Colpa della crisi, secondo il management di Unicoop Tirreno, il quale tuttavia non raggiunge l’agognato pareggio di bilancio da molto prima del calo dei consumi riguardante l’intero settore del commercio.
La risposta di Unicoop è stata quella di politiche di “austerity”, fatte sulla pelle dei lavoratori: dismissioni nella Coop della Campania, licenziamento dei precari storici, accordi penalizzanti per i dipendenti degli ipermercati laziali e toscani; licenziamenti dei dipendenti del settore e-commerce di Roma, giunti al quarto giorno di sciopero della fame sotto la Regione Lazio e, più in generale, contrazioni di diritti e salario che hanno investito tutta la forza lavoro.
L’USB Lavoro privato condanna questo uso strumentale della crisi, agitata come uno spauracchio per intimidire ed impoverire i lavoratori. Le responsabilità di una gestione aziendale inadeguata vanno ricercate in primo luogo nella dirigenza che, nel caso della Unicoop Tirreno, avrebbe dovuto già da tempo rassegnare le sue dimissioni.
L’USB Lavoro Privato sarà presente all’assemblea dei soci di Unicoop Tirreno, a ricordare ed argomentare questa importante problematica.
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