Cori: IL CORAGGIO DI DIRE NO. LEA GAROFALO

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Il coraggio di dire no. Lea Garofalo la donna che sfidò la ‘ndrangheta». Debutterà domani pomeriggio, venerdì 13 settembre, «Le forme della Scrittura», altra prestigiosa iniziativa dell’Estate Corese 2013, incentrata sulla scrittura nelle sue diverse espressioni che avranno come leitmotiv il tema della legalità. Alle ore 17.30, presso la Sala Conferenze del Museo della Città e del Territorio, Paolo De Chiara presenterà a Cori la storia di Lea Garofalo, raccontata in un libro edito da Falco Editore, con prefazione di Enrico Fierro e introduzione di Giulio Cavalli, avvalendosi di preziose testimonianze, tra cui quelle di familiari di Lea, magistrati e parlamentari antimafia.

Lea Garofalo è la donna – coraggio che ha saputo ribellarsi alla criminalità organizzata. Nata in una famiglia mafiosa calabrese, ha conosciuto da vicino la ‘ndrangheta, subendone la brutalità, perdendo parenti ed amici. Ha denunciato tutto ciò che ha visto e sentito, pagando con la vita, a soli 35 anni, il prezzo del suo «tradimento». Un’esistenza caratterizzata dalla violenza quotidiana, finché non si è resa conto che quella non era vita ed ha chiesto aiuto allo Stato. Nel 2002 decise di diventare testimone di giustizia raccontando agli inquirenti ciò che sapeva sulle faide interne tra il clan Garofalo e quello dell’ex compagno Carlo Cosco, scatenando una serie di arresti e ritorsioni. Seguirono sette anni di spostamenti, in sei diverse località, insieme alla figlia, in attesa del mai arrivato passaggio definitivo nel programma di protezione.
Nel 2009, stanca di uno Stato che la considerava collaboratrice di giustizia, senza aver commesso reati, e amareggiata per la mancata istruzione di un processo in seguito alle sue rivelazioni, decise di rinunciare ad ogni tutela. Tornata nel suo paese di origine e respinta dalla famiglia, si trasferì a Campobasso in una casa dell’ex. Dopo un primo tentativo di rapimento andato a vuoto, nel novembre di quell’anno Cosco riuscì ad attirarla a Milano dove venne sequestrata, torturata e strangolata. Il suo corpo bruciato, frantumato e nascosto in un tombino nelle campagne monzesi. Nel marzo del 2012 la sentenza di primo grado ha decretato l’ergastolo dei sei imputati, senza però l’aggravante mafiosa. Nel maggio 2013, in appello, sono stati confermati solo quattro ergastoli, con un’assoluzione e una condanna a 25 anni di reclusione. L’assurda conferma che per la legge italiana Lea non è vittima di ‘ndrangheta.
Il «Festival di letteratura, teatro e musica» apre dunque con l’omaggio ad un’eroina dei nostri tempi che ha creduto nel dovere della verità come arma migliore per combattere contro le mafie. Per questo è diventata simbolo di coraggio e speranza per la Calabria; stimolo contro l’indifferenza, soprattutto dei più giovani, e ad impegnarsi con forza e continuità in favore della legalità. A seguire proprio i giovani saranno protagonisti della serata, con il concerto dei gruppi musicali emergenti locali che avrà luogo sul piazzale di Sant’Oliva a partire dalle ore 21.30.


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