Si rinnova il legame tra le città di Sesto Calende (VA), il “porto del cielo” sede della SIAI, la più famosa azienda aeronautica del mondo agli inizi del 900, e Cori culla dell’Ing. Alessandro Marchetti, tra i pionieri dell’aviazione italiana, dove oggi riposa. Domani sera nella cittadina sulle rive del Ticino verrà presentato il libro «Per chi suona la campana?» scritto da Mario Varalli, con il contributo tra gli altri del Gruppo Lavoratori Seniores SIAI Marchetti. Per l’occasione anche il paese lepino ha voluto essere presente idealmente alla manifestazione con un messaggio scritto del Sindaco Tommaso Conti e della famiglia Caucci Molara Marchetti.
Un volumetto che ripercorre la storia del campanile di San Bernardino, che domina il panorama di Sesto Calende, e i momenti salienti che ne hanno caratterizzato la costruzione, a 80 anni dall’inaugurazione. La torre campanaria in onore del generale di brigata aerea Francesco De Pinedo, si compone di otto campane che formano un concerto musicale. Di queste la più particolare è la campana maggiore di “Santa Maria”, dedicata agli “eroi dell’aria” e ideata dal disegnatore della SIAI Papa su ispirazione di Marchetti che fu anche autore della dedica in memoria delle epiche gesta dei trasvolatori atlantici sugli idrovolanti SIAI da lui progettati. Il ricavato della vendita dell’opera verrà devoluto per il restauro del campanile.
Il primo cittadino corese ha sottolineato il connubio tra lavoro e sapere che ha sempre contraddistinto l’Ing. Marchetti e la SIAI. Come attesta l’ultima parte della scritta sulla campana sestese, Marchetti ha condiviso onori e glorie con la sua squadra, evidenziando più volte i meriti delle “maestranze” SIAI che con il loro “saper fare”, le intuizioni pratiche e lo spirito di collaborazione hanno contribuito attivamente alla realizzazione dei suoi progetti e sogni aeronautici, facendo dell’Aeronautica Militare Italiana un’avanguardia mondiale che ha dato lustro ad una nazione intera.
La famiglia di colui che è stato definito il più grande progettista aeronautico italico del XX secolo ha invece ricordato come il rifuggire le scorciatoie e l’integrità assoluta della persona hanno reso talvolta particolarmente più difficile il conseguimento degli obiettivi, ma i risultati ottenuti testimoniano che è possibile, con grande impegno, raggiungere le mete nella correttezza e nel rispetto assoluto del prossimo ed è ciò che rappresenta il principale modello cha ha lasciato l’Ing. Marchetti, soprattutto privato.
Un evento che va ad aggiungersi alle altre iniziative che si sono svolte e che si svolgeranno su entrambi i territori comunali, volte a mantenere vivo il ricordo collettivo e la memoria storica del “padre” dell’idroplano ed esempio di genio italico, orgoglio di entrambe le comunità che possono condividere un vero e proprio patrimonio umano.
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