Cori:”IL PAESE DELLA VERGOGNA. STORIE DI MAFIA” – Il TEATRO CIVILE DI DANIELE BIACCHESSI A CORI

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“Si può chiedere giustizia anche sopra un palco di un teatro: un microfono, un sassofono, un pianoforte, le immagini in movimento, i documenti sonori d’archivio”. Ecco perché Daniele Biacchessi, giornalista, scrittore, autore, regista e interprete di teatro, ha deciso di trasformare il suo libro, «Il Paese della Vergogna. Storie di Mafia», in un fortunato spettacolo teatrale di impegno civile che sta girando lo Stivale e che domani sera, sabato 14 settembre, alle ore 21.30, farà tappa a Cori, a piazza Sant’Oliva, nell’ambito de «Le forme della scrittura. Festival di letteratura, teatro e musica», incentrato sul tema della legalità, raccontata attraverso le diverse espressioni della scrittura.

 

Un progetto che ha come filo conduttore l’ingiustizia e parte dall’incontrovertibile dato di fatto che in Italia la verità storica non segue mai lo stesso binario della verità giudiziaria. Le prove delle stragi nazifasciste di Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto, Fivizzano nascoste nell’«Armadio della vergogna».  I colpevoli mai individuati delle stragi in tempo di pace, come Portella della Ginestra, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Treno Italicus, stazione di Bologna, Rapido 904. I mandanti mai identificati degli omicidi di Peppino Impastato, Giorgio Ambrosoli, Libero Grassi, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e delle stragi del 1993, da via dei Georgofili a via Palestro.

Le cinque pièce di teatro e musica proposte, dove Biacchessi è accompagnato dalle chitarre del duo marchigiano «The Gang» (Marino e Sandro Severini), narrano le vicende cariche di emozioni di Peppino Impastato, direttore di Radio Aut, assassinato da Don Tano Badalamenti e Giorgio Ambrosoli, liquidatore della banca privata di Michele Sindona colpito a Milano, sotto la sua abitazione; Libero Grassi, imprenditore di Palermo che si rifiutò di pagare il pizzo; Giovanni Falcone e Paolo Borsellino uccisi dalla mafia politica; la strage di via dei Georgofili a Firenze.

Un’occasione per riflettere su alcuni grandi misteri, i buchi neri, della storia italiana messi a tacere sotto il muro dell’oblio perché, come sottolinea Biacchessi – “una società che non può fare i conti col passato, non comprende il proprio presente e non può progettare il futuro.” Nessun effetto speciale, solo la voce possente di colui che è stato definito come l’erede, unico, della narrativa civile pasoliniana, e musica di sottofondo. A scuotere le coscienze del pubblico saranno le verità negate, ignorate, dimenticate o aggiustate, che ancora oggi attendono giustizia.


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