L’Autorità portuale di Civitavecchia, nella seduta del 17 febbraio 2014, senza il voto della Provincia di Latina ha approvato la delibera con oggetto le linee guida per la variante al piano regolatore del porto di Gaeta. Il documento testualmente prevede la realizzazione di un frangiflutti nel porto commerciale di Gaeta e permettera’ la delocalizzazione del Molo Petroli.
Il Presidente dell’ Autoritá Portuale, Pasqualino Monti avrebbe dovuto lavorare il giorno dopo del suo insediamento per la delocalizzazione del pontile Eni e invece ci fa questo bel regalo. Il pontile ENI doveva andare offshore, questa era la condizione fondamentale che ha dato vita al federalismo dei porti laziali, oggi invece l’Autorita’ Portuale, crede di gestire la questione come una cosa privata, senza dar conto a nessuno.Nelle sue iniziative non tiene affatto conto che il Golfo di Gaeta è stato istituzionalmente definito dalla regione Lazio, attraverso una delibera ad hoc, come “Area Sensibile”.
Una conduzione irresponsabile, quella di Monti, che continua a spaccare il territorio in più parti creando dure contrapposizioni tra istituzioni, cittadini e imprenditori. Il Presidente Monti, piuttosto che occuparsi dell’arredo urbano di Gaeta, deve individuare una politica seria che abbia come obiettivo la tutela delle risorsa mare, inteso come habitat naturale ed al contempo anche come risorsa economica per sviluppare una crescita sostenibile. È questo l’obiettivo che deve essere perseguito, lo stato di salute del mare deve tornare al centro delle politiche di programmazione attraverso un aggiornamento dell’agenda dell’Autorità Portuale e non invece perseguire azioni, come il pontile Eni nel porto commerciale.
Sarebbe assurdo non avere una linea condivisa sul tema dell’ambiente nel Golfo di Gaeta in cui gravitano migliaia di abitanti, centinaia di realtà produttive e un’ infrastruttura portuale che deve essere protagonista nella tutela ambientale e in un contesto di sviluppo di tutto il territorio pontino. Anche il recente regolamento dello scarico delle merci polverose nel porto commerciale di Gaeta è stato stilato perché i cittadini del quartiere Piaia si sono organizzati, non invece come iniziativa promossa dall’autorita’ Portuale, la quale ha agito solo allorquando si è sentita alle strette.Da tempo sostengo che e’ necessario cambiare decisamente approccio verso l’Autorità Portuale, serve più autorevolezza nei contenuti e obiettivi, partendo dalla consapevolezza che essere membri dei porti laziali non significa aver venduto il mare del Golfo di Gaeta ad interessi estranei al territorio.
Sono uno dei titolari dell’emittente e sono anche conduttore di vari programmi.
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