Parte il ciclo di puntate del programma ideato e condotta da Ambrogio Sparagna sulle tradizioni popolari italiane.
E’ stato presentato ieri in anteprima al Festival Internazionale del Cinema di Roma all’interno dell’Auditorium Spazio Arte Rai Movie, il progetto L’Italia che Risuona, un ciclo di puntate monografiche dedicate alle tradizioni musicali popolari del nostro Paese.
Da domani, infatti, andrò in onda, ogni martedì all’1:10 su Rai 3 il programma condotto dall’etnomusicologo formiano Ambrogio Sparagna con la sigla e le presentazioni girate presso il Teatro Remigio Paone di Formia grazie alla collaborazione con l’Ipab SS. Annunziata, ente che gestisce la struttura.
Un grande interesse durante la conferenza stampa di presentazione per la suggestiva location dell’arco romano di una villa romana del I secolo in cui il teatro è elegantemente incastonato.
Dopo sessant’anni dalla storica ricerca etnomusicologica condotta da Alan Lomax e Diego Carpitella – che ha prodotto la più importante collezione sonora di musiche popolari italiane – Rai Educational ritorna sul campo per documentare lo stato di conservazione e trasformazione del nostro patrimonio artistico culturale. La ricerca scava nel cuore profondo del Paese facendo emergere storie originali, segnate dalla volontà di riscoprire le proprie radici culturali. A cadenzare il viaggio de L’Italia che Risuona, il calendario di alcune tra le cerimonie festive più belle dell’anno. Dalla Campania, protagonista della prima puntata con la festa di Sessa Aurunca, alla Valle d’Aosta con gli antichi canti in patoué valdotèn, fino alla Sardegna e alle sue launeddas, strumenti caratteristici della tradizione rurale sarda. E, ancora, Formia con i giovani suonatori di organetti e zampogne, i suonatori di Arpicella lucani e il canto di passione del Venerdì Santo di Giulianello. Chiudono i giovani cantastorie siciliani di Paternò, invitati al Parco della musica di Roma come ospiti speciali dell’Ottava edizione del Si canta maggio.
La prima puntata è dedicata al “Il miserere di Sessa”. La particolare morfologia della città nel casertano e il profondo legame al Salmo di Davide fanno di questo antico borgo medievale la Gerusalemme della Campania. Da secoli viene custodito uno struggente esempio polifonico di Miserere, interpretato da un trio di cantori appartenenti all’antica Confraternita del SS. Crocifisso. Da qualche anno sono proprio i più giovani confratelli i protagonisti di questo canto, che richiede grande abilità tecnica ed esecutiva.
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