CRONACA: Fascicoli mancanti, uffici al collasso e struttura cadente, questa la situazione giustizia a Gaeta.
Il palazzo di giustizia, inaugurato pochi anni fa dall’allora Ministro della Giustizia Mastella, versa in una situazione di assoluto degrado; dopo la chiusura della sezione distaccata del Tribunale di Latina, con il trasferimento a Cassino di tutto il carico di lavoro e dei dipendenti, nella struttura di via Calegna è rimasto solo l’ufficio del Giudice di Pace, che attualmente è in una situazione di grave crisi.
L’impressione si ha ancor prima di entrare, con le aiuole dove è cresciuta l’erba, segno di abbandono e di scarsa manutenzione; poi entrando, il metal detector spento ed il gabbiotto della vigilanza vuoto, consentono l’ingresso a chiunque senza alcun controllo, i corridoi al buio e la controsoffittatura del corridoio dove c’è l’ingresso all’aula penale, completamente crollata a seguito di una grave infiltrazione di acqua, con il pavimento ancora ricoperto di pezzi di cartone e secchi per raccogliere l’acqua; questa è l’immagine che si ritrova davanti un cittadino alla ricerca di giustizia.
Una situazione di assoluto abbandono per una struttura inaugurata solo pochi anni fa, che continua a lavorare in uno stato di precarietà e degrado che creano sicuramente pericolo agli utenti della struttura.
Se la struttura è in queste condizioni gli uffici interni non se la passano meglio, probabilmente a seguito del trasferimento dei fascicoli della ex sezione distaccata di Gaeta e soprattutto del cambio di personale, che ha sostituito i dipendenti trasferiti a Cassino, gli uffici si sono ritrovati nella difficoltà di gestire un carico di lavoro non indifferente.
Fascicoli smarriti che l’ufficio non riesce a ricostruire, lentezza nelle procedure affidata a chi per anni ha svolto altre attività e non ha dimestichezza con le procedure legali, mancate notifiche, tutto questo crea problemi agli avvocati ed alle parti che in quegli uffici cercano “giustizia”, rendendo ancor più lenta e farraginosa una macchina, quella della giustizia, che nemmeno le nuove procedure della conciliazione stragiudiziale e del processo telematico sono riuscite a velocizzare.
Giudici ed avvocati vivono una sorta di rassegnazione per una situazione che colpisce il sud pontino, trascinandosi da anni sotto gli occhi di tutti, ma che sembra non essere vista da nessuno; si adattano alla meno peggio, facendo di necessità virtù e facendo oramai spallucce davanti ad un evidenza che ritenere disastrosa è poco.
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