“In questi ultimi mesi, sotto la voce “riforma”, il Governo Renzi sta portando avanti una rivisitazione della Pubblica Amministrazione che prevede una forma di smantellamento anche delle Camere di Commercio. Nessuna contrarietà nei confronti della “riforma” e quindi del cambiamento. Anche l’ente camerale necessita di essere rivisitato e migliorato. Non crediamo, però, che si meriti di essere dismesso”.
Questa è in sintesi l’opinione espressa in una nota sottoscritta dai dipendenti della Camera di Commercio di Latina, in occasione della Manifestazione, a piazza di Pietra, dei lavoratori delle Camere di commercio, Unioncamere e i sindacati Cgil Fp, Cisl Fp e Uil Fpl
“Riteniamo sia necessario informare l’opinione pubblica di quanto sta accadendo perché dietro a scelte populiste di apparente ottimizzazione della spesa pubblica, si possono celare ricadute importanti che vale la pena considerare a priori.
Le Camere di Commercio, senza dubbio, appaiono “appetitose” per il tesoretto che esse rappresentano. Si tratta però di risorse che non provengono dal cittadino-contribuente ma dal sistema della imprese.
Ogni impresa iscritta, in cambio di una serie di servizi, DEVE pagare un diritto annuale che ammonta mediamente a circa € 100,00.
Ci rivolgiamo, pertanto, agli unici soggetti che sono in grado di valutare e quindi decretare se l’Ente camerale è utile oppure no:
invitiamo le imprese del nostro territorio a riflettere su cosa accadrebbe se venisse abolito il diritto annuale e, quindi, decretata la chiusura delle Camere di Commercio.
Oggi, in cambio della quota-media di circa € 100,00 il sistema delle imprese può disporre, nel proprio territorio provinciale, di un ente che ha le seguenti caratteristiche:
- le Camere di Commercio sono “vicine”. La distanza alla quale ci riferiamo riguarda sia la prossimità al territorio di riferimento, sia la grande informatizzazione e la possibilità di accedere con un clik ai servizi e alle informazioni che la Camera eroga.
- sono “veloci”. La media dei tempi di attesa è la migliore in assoluto rispetto alle altre Pubbliche Amministrazioni
- sono “informate ed informatizzate”. Il patrimonio dei dati a disposizione delle Camere di Commercio è unico. Basti pensare al Registro delle Imprese, l’archivio più completo ed aggiornato della realtà produttiva italiana, il cui funzionamento è preso come modello da adottare nel resto d’Europa.
- sono “trasparenti e virtuose”
- forniscono servizi di grande utilità come la “verifica degli strumenti di misurazione” a contrasto del pericolo di frodi (controllo delle pompe di benzina, dei contatori del gas e dell’acqua, delle bilance degli esercizi commerciali), detengono il Registro informatico dei protesti, gestiscono lo Sportello di mediazione per la risoluzione stragiudiziale delle controversie (ben più celere ed economica di quella ordinaria), forniscono consulenza su bandi e finanziamenti di progetti comunitari e su quelli d’innovazione tecnologica, vigilano sulla sicurezza dei prodotti, la tutela del Made in Italy e svolgono attività in materia di lotta alla contraffazione dei prodotti.
- Ma soprattutto investono le risorse in entrata a favore della promozione del territorio di competenza.
Senza le Camere di Commercio le imprese risparmierebbero i famosi “100 euro annuali” in cambio di servizi non più gratuiti nè garantiti da una indiscutibile equità dettata dalla natura giuridica dell’ente stesso.
Anche noi – continuano i dipendenti camerali – siamo d’accordo con il Governo Renzi che sia necessario trovare formule di risparmio a favore delle imprese, soprattutto in questo momento congiunturale particolarmente difficile, MA VERE FORMULE DI RISPARMIO con interventi semplici, mirati, dagli effetti benefici sia in campo economico che etico, quali per esempio la riduzione dei diritti di segreteria, l’abolizione delle tasse di concessione governativa, l’eliminazione delle imposte di bollo”.
I dipendenti della Camera di Commercio di Latina
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