CULTURA: Si inaugurerà a Gaeta, sabato 8 agosto, presso il Museo Diocesano, la personale di pittura di Dino Bartolomeo, “Fingo ego pingo”, un ritorno dell’artista gaetano, dopo un’assenza di cinque anni dalla sua ultima personale.
Quasi come in un film astratto: ci sono le scene trasparenti sature di colori, i suoni silenziosi di note lontane nel tempo, le luci nere senza ombre che illuminano il primo giorno, i paesaggi notturni che si tuffano nella prima alba dell’uomo, e, mentre si cammina lentamente per ritrovare quella strada dimenticata a memoria, le figure si staccano dal fondo e ci vengono sapientemente incontro : non vogliono essere solo guardate, vogliono parlare della loro vita, della loro genesi, di come si sono prodotte, del pensiero danzante che l’hanno generate, dei colori che si sono miscelati nella tavolozza dei ricordi, di cosa e come sono fatte, del tempo dilatato che lega le une alle altre.
“Dino Bartolomeo – afferma la giornalista Sandra Cervone – è stato definito un colorista non comune, e si serve spesso di materiali, la cui stesura non ammette modifiche o interventi successivi, la sua originalità nasce da una tecnica complessa e laboriosa”.
Le esperienze di vita, gli interessi, i ricordi, gli odori, i profumi, i colori, i desideri, i sogni, le poesie lette, i films visti, i suoni, i manifesti, i bianchi delle vele, il blu del mare che evapora in quello del cielo : tutto questo, e tanto altro ancora chiuso a chiave nel terzo strato del cuore, è rigorosamente catalogato nelle opere materiche di Dino nelle quali la tela non è l’unico protagonista.
Ogni quadro è una sorta di leggenda per percorrere la vita dell’artista, il punto d’incontro tra la sua personalità, la sua cultura e l’esigenza di donarsi attraverso le sue opere.
La mostra sarà aperta dall’8 al 23 agosto, dal mercoledì alla domenica, dalle ore 18,30 alle 24,00.
di Enrico Duratorre
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