Un confronto tra i sindaci dell’Ato 4 favorevoli alla ripubblicizzazione del servizio idrico. A convocarlo è stato il primo cittadino di Formia Sandro Bartolomeo e il suo assessore delegato Claudio Marciano. L’incontro, fissato per sabato 5 ottobre alle 11 presso la sala Sicurezza del Comune di Formia, è il primo passo verso la formazione di un coordinamento di sindaci e consigli comunali che condividano iniziative volte al comune obiettivo di uscire da Acqualatina. “I referendum popolari del giugno 2011 – ricorda la lettera recapitata ai 28 comuni dell’Ato 4 – hanno espresso chiaramente l’opinione degli elettori italiani in merito alla gestione del serivizio idrico integrato. Oltre a rigettare la privatizzazione forzata prevista dal Decreto legislativo, gli elettori hanno infatti votato contro la quota di remunerazione del capitale investito, prevista fino ad allora dalle tariffe dei gestori, decretando di fatto l’incompatibilità di un interesse privato rispetto al bene comune acqua”. Riflettori puntati sui risultati prodotti da Acqualatina, da più di dieci anni gestore del servizio idrico integrato nei Comuni dell’Ato4. “A nostro parere – scrive il tandem Bartolomeo-Marciano -, Acqualatina costituisce un completo fallimento, da almeno tre punti di vista: industriale, finanziario e politico. Gli investimenti ordinari e straordinari sugli impianti sono stati insufficienti e mal spesi, come dimostrano i continui black-out idrici in occasione di siccità o grandi piogge. Il bilancio della società vede perdite annuali preoccupanti: in occasione dell’ultimo bilancio, il recupero dei debiti pregressi e di quelli accumulati durante il 2012 ha prodotto un dimagrimento del capitale sociale di circa due milioni di euro”. C’è poi il capitolo relativo al contratto di project financing stipulato con la Depfa Bank, oggetto di un’altra lettera recapitata da Bartolomeo e Marciano alla Segreteria Tecnica Operativa dell’Ato 4. Lettera che cerca di fare luce sulle motivazioni che hanno spinto la Depfa Bank a negare ad Acqualatina l’assenso richiesto per apportare modifiche alla Convenzione di gestione e al Piano d’Ambito, paventando un incremento del rischio e una riduzione del merito creditizio del progetto. Altre due lettere saranno recapitate alla Sto per chiedere l’applicazione di penali a carico del gestore per il mancato rispetto del contratto in occasione delle varie crisi idriche che hanno colpito la città di Formia, l’ultima delle quali nel quartiere di Castellone. “L’enorme debito contratto con la banca irlandese, le spese su personale e consulenze, il contenzioso con i consorzi di bonifica del Lazio – spiegano il sindaco e l’assessore – sono alcune tra le questioni che rendono problematico il ripristino di una serenità finanziaria nella società. Acqualatina ha soprattutto fallito nel rapporto con i cittadini. Lo scarso livello di comunicazione, le continue inchieste della magistratura, le critiche alla gestione mosse dai vari comitati locali, hanno creato un clima di sfiducia da cui difficilmente si potrà tornare indietro”. Per il 51%, la società appartiene ai Comuni dell’ambito. E quindi, ricordano sindaco e assessore, “parte della responsabilità di questo fallimento ricadrà su di noi se non ci attiviamo per trovare una soluzione condivisa, che non può certamente prescindere dal rispetto della volontà popolare e dal ripristino di una totale gestione pubblica del servizio”.
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