FORMIA – Dalla criminalità a un nuovo futuro produttivo: i ragazzi del campo antimafia al lavoro sul terreno confiscato di Santa Maria la Noce

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L’incontro in Comune. Poi su, lungo i declivi di Santa Maria la Noce, al terreno che fu dei Bardellino e oggi è parte integrante del patrimonio comunale. 4100 metri quadri di terra e bosco da rimettere a posto.

Olio di gomito e forza di volontà. Buona parte della recinzione è crollata su se stessa. Vanno sfalciate le erbe infestanti e rimossi i materiali di scarto. C’è da ripristinare i terrazzamenti, eliminare le barriere architettoniche e creare nuove vie di accesso. E’ questo che faranno i ragazzi del primo campo antimafia della Regione Lazio, curato da Consorzio Parsifal, Spi – CGIL, Legacoop, e Cooperativa sociale 101 con l’adesione dei Comuni di Formia e Gaeta. L’entusiasmo non manca. Per trasformare il fondo in un terreno agricolo capace di dare frutti nuovi e duraturi. Per far rivivere la terra, dare conoscenza e lavoro, lì dove un tempo sedimentavano gli interessi delle mafie.

Il progetto “Io riutilizzo un bene confiscato” ha la durata di tre mesi. Prevede la riqualificazione dei terreni confiscati alla criminalità organizzata e il loro utilizzo per attività di formazione professionale, educazione alla legalità, recupero ed inclusione sociale. Con il campo estivo antimafia, la cooperativa 101 avvierà in via sperimentale una scuola di formazione lavorativa con l’obiettivo di favorire la creazione di nuove start up di impresa cooperativa nel settore dell’agricoltura.

Ieri pomeriggio nella Sala Sicurezza del Comune i ragazzi (il primo turno è costituito da giovani del territorio cui presto si aggiungeranno arrivi da tutta Italia) hanno potuto incontrare gli amministratori di Formia e ascoltare l’esperienza della cooperativa Coraggio che sui terreni romani confiscati alle mafie ha avviato un percorso virtuoso che dà lavoro e formazione a nuovi imprenditori agricoli, molti dei quali giovani, laureati e disoccupati, desiderosi di venir fuori dalla crisi con la forza delle proprie idee.

Il Vicesindaco Maria Rita Manzo ha sottolineato l’importanza di incontri come questo, ricordando l’inversione di tendenza rispetto al negazionismo degli anni scorsi e la volontà dell’amministrazione di supportare iniziative di formazione ed educazione alla legalità.

L’Assessore Claudio Marciano ha evidenziato il lavoro della cooperativa Coraggio, “il mutamento culturale che fa dell’agricoltura un luogo sociale di emancipazione e non attività da cui emanciparsi”, “la novità nelle relazioni tra istituzioni e movimenti sociali, con l’esigenza di terra trasformata in una domanda politica rivolta alle istituzioni perché preservino tali terreni ponendoli a bando”, “l’innovazione nel modo di concepire lo spazio della città, essendo le terre da loro coltivate inserite nel contesto urbano”. Come a dire, “dal dominio del capitale edilizio, ad un nuovo modello spaziale di città, con un’agricoltura piccola, decentrata, multifunzionale”.

La Delegata alla Legalità Patrizia Menanno ha salutato con favore l’incontro e l’intero progetto, sottolineando l’impegno del Comune di Formia nella promozione della cultura della legalità. Contestualmente, ha lanciato un appello a tutte le associazioni antimafia perché superino le divisioni e procedano insieme verso l’obiettivo comune.

Le ha fatto eco il Delegato agli Affari Generali Luigi De Santis il quale ha evidenziato il carattere di servizio della politica e il ruolo che può e deve avere nella tutela della legalità e nel contrasto ai fenomeni criminali che interessano il territorio.

Quello di Formia è tra i primi Comuni in Italia ad essersi dotato di un regolamento per la gestione dei beni confiscati. Il presidente della commissione consiliare che ne cura l’osservanza, il consigliere comunale Giuseppe Bortone, ha risposto alle polemiche degli ultimi giorni ricordando come l’assegnazione del bene sia “rigorosamente temporanea”, in attesa di quella definitiva che “avverrà tramite bando, secondo le finalità e le procedure dettate dall’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati e dal Regolamento Comunale che in alcun modo è stato violato”.


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