È con moderata soddisfazione che l’Amministrazione Villa quest’anno può partecipare, idealmente e fattivamente, alla giornata dedicata al tema dell’abbattimento delle barriere architettoniche.
Quest’anno, infatti, arriviamo a questa giornata con la consapevolezza che, dopo decenni dalla prima legge (la prima risale al 1986 poi aggiornata nel 1992 con la nota legge 104) che ha previsto l’obbligo per i Comuni di dotarsi del PEBA (acronimo che sta per piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche) si è finalmente compiuto un passo concreto e operativo nella direzione auspicata dal legislatore e colpevolmente ritardata dagli amministratori.
Il PEBA è uno strumento di programmazione complesso e pluriennale che deve prevedere azioni, interventi e norme finalizzate ad eliminare le barriere architettoniche dagli immobili e spazi pubblici e indicare le necessarie correlate risorse economiche.
Si tratta di un Piano che deve essere esteso a tutto il perimetro cittadino e che, pertanto, è particolarmente oneroso (di qui, verosimilmente, la poca diffusione a livello regionale se non nazionale) non solo a livello ricognitivo/progettuale ma anche e specie economico in quanto la norma impone, come già accennato, che siano indicati i mezzi finanziari con cui si andranno a realizzare gli interventi di abbattimento progettati e previsti.
Ciò per evitare che il Piano si degradi ad una mera enunciazione di intenti, un Piano cioè privo di efficacia.
Ed è per questo che l’Amministrazione comunale di Formia, prima su suggerimento della Giunta e poi su indirizzo d Consiglio comunale, ha deliberato di utilizzare l’opportunità dei finanziamenti concessi con la cd legge Fraccaro per realizzare un primo sperimentale PEBA, calato su un perimetro circoscritto che, nelle intenzioni, sarà un’area pilotada replicare, alle altre parti di città mano a mano che si reperiranno le necessarie risorse economiche.
Anche sul Piano del metodo, questo primo PEBA sarà l’occasione per implementare – su un tema specifico ma di grande interesse e valenza quale quello delle barriere architettoniche – un percorso partecipato dal basso al fine di favorire la più ampia condivisione e concertazione con i portatori di interesse, in generale, e in particolare con la Consulta comunale ad essa dedicata, con il mondo dell’associazionismo e del volontariato dai quali sicuramente si attingeranno i contributi più qualificati, dettagliati e nobili.
È intenzione infatti dell’Assessorato all’Urbanistica istituire un tavolo di stakeholderattorno a cui riunire, oltre che la rete delle associazioni di volontariato (e qui sarà opportuno e utile coinvolgere l’assessorato al welfare), i collegi e gli ordini professionali, gli operatori di attività produttive, i gestori dei servizi pubblici e della sosta, per affrontare congiuntamente il tema dell’abbattimento delle barriere non solo architettoniche ma anche culturali che si frappongono quali ostacoli ad una città che deve essere di tutti, inclusiva, accogliente e confortevole.
E quindi dall’Assessorato un buon 6 ottobre 2019, una buona giornata senza barriere, senza recinti, senza solitudini.
Operatore dell’informazione. Attivista culturale impegnato a scoprire, analizzare, descrivere e diffondere avvenimenti di vita locale quotidiana
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