Egregio Direttore Generale della ASL, notizia di ieri che il reparto Ortopedia del Dono Svizzero di Formia è stato chiuso per essere sanificato. I pazienti portati in Chirurgia dove sono curati ed assistiti dal personale sanitario. Ormai l’intero Ospedale e tutto il personale medico, infermieristico, sanitario è in affanno. Tanti i contagiati tra loro, molti in contumacia, pochi che attraverso turni massacranti devono coprire i “buchi”, tutto legato ad un “oltre senso del dovere”. Ieri le ho inviato l’ennesima nota, ennesimo richiamo di attenzione, si continua a non avere risposte o meglio le risposte ci sono, ma sono di circostanza e non certo circostanziate. Abbiamo da oltre un mese, era il 7 novembre, evidenziato che i percorsi fatti per i pazienti covid si uniscono, promiscuamente con quelli per pazienti non covid. Dopo una ventina di giorni dai nostri richiami ed appelli, sono arrivati i moduli della Protezione Civile, il percorso di ingresso al reparto covid della medicina d’Urgenza è stato creato. La domanda però rimane: il percorso che porta a Radiologia, attraversato dai carrelli della mensa, è percorso da tutti i pazienti, covid o non covid? Questo percorso è promiscuo? Basterebbe aver visitato il nostro Dono Svizzero per rispondere. Ma neanche quello si è avuto la briga di fare. Che l’Ospedale di Formia rappresentasse il presidio più importante del sud pontino, pertanto che dovesse essere protetto e salvaguardato, che dovesse essere potenziato e dotato di maggiori strumentazioni era un obbligo fare e riconoscere. Ora non ci resta che ringraziare e sostenere senza sosta tutto il personale sanitario, perché veramente stanno lottando in una trincea senza contraerea. Egregio direttore il mio incarico da sindaco il 20 di questo mese probabilmente finirà, ma fino ad allora sarà mio preciso dovere dare voce a chi tra tutti quei camici bianchi non gli è consentito parlare, non gli è consentito essere ascoltato, non gli è consentito dissentire apertamente, la mia voce sarà a loro disposizione fino alla fine, perché in quella trincea ci sono loro e non altri.
Operatore dell’informazione. Attivista culturale impegnato a scoprire, analizzare, descrivere e diffondere avvenimenti di vita locale quotidiana
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