L’inchiesta si allarga, coinvolta DDA di Roma e di Napoli, si presume, sembra in modo concreto, che il boss Antonio Bardellino, non morì in Brasile nel 1988, ma tutto fu una messa in scena per riuscire a vivere serenamente, “fuori dai radar sia delle forze dell’ordine che degli altri criminali” per portare avanti gli affari di famiglia.
Molti sono i siti che stanno rilanciando la notizia, corredata da altro che ci inquieta di più: come riporta la testata online “cronache di.it” sembra che in questi anni si sia maturato anche un nuovo patto tra i Bardellino, in particolare tra i figli di Ernesto Bardellino, sul sito si parla di Callisto e altri clan.
Callisto Bardellino classe 1970, risiede a Formia da quando la sua famiglia vi si rifugiò per sfuggire agli agguati, nel nord della provincia di Caserta, della fazione cutoliana. Chiariamo che non vi fu mai ordine di dimora nel sud pontino, la famiglia di Ernesto Bardellino scelse Formia, vi costrui’ complessi immobiliari investendo soldi dei loro affari, stabilirono rapporti e business con diversi “imprenditori”, investirono nella costruzione del Seven Up, fondarono case discografiche come la Roxyl Music Accademy dove Angelo Bardellino rimase presidente fino a qualche anno fa, prima di essere arrestato per l’arrivo della sentenza della Cassazione dell’inchiesta tutta formiana denominata “Formia Connection”.
Oggi, luglio 2023, l’inchiesta si allarga e forse i tanti dubbi su questa famiglia che indisturbata ha continuato i suoi affari nella nostra città, e su i suoi rapporti con diverse figure professionali, istituzionali e politiche, forse oggi troveranno risposta.
Fonte: Pagina Facebook di Paola Villa
Operatore dell’informazione. Attivista culturale impegnato a scoprire, analizzare, descrivere e diffondere avvenimenti di vita locale quotidiana
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