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Ora nessuno parla, nessuno insulta e soprattutto nessuno chiede scusa!
Quando scrissi della rissa al Bajamar, fui insultata in tutti i modi possibili, minacciata di querela e forse la parola più gentile usata nei miei confronti fu “pallonara”, eppure la rissa c’è stata e c’è stata sul serio.
Scrissi che non c’erano stati “solo spintoni” ma che la vicenda era seria e che vedeva coinvolti anche personaggi con precedenti penali, con una storia ed un passato da non sottovalutare.
Personaggi che non dovrebbero essere presenti ad eventi in locali pubblici.
Scrivere e documentare le vicende comporta sempre un insulto dietro l’angolo, ma scrivere e documentare le vicende è sempre un dovere per chi ha deciso di occuparsi della “cosa pubblica”.
Oggi esce pubblicamente il provvedimento della questura, che ha deciso di emettere il DACUR nei confronti di 6 persone, coinvolte a vario titolo nella rissa al Bajamar.
CHE COSA È IL DACUR?
È un acronimo che significa “Divieto di Accesso ai Centri Urbani”, ed è un provvedimento preventivo che mira a garantire la difesa della cosiddetta “sicurezza urbana”, intesa come il bene pubblico che afferisce alla VIVIBILITÀ e al DECORO della città.
Insomma per i fatti accaduti al Bajamar, il comune di Formia potrebbe anche in un procedimento penale costituirsi parte civile per difendere “la vivibilità e il decoro della città”, ma la vedo dura se il presidente del consiglio comunale di Formia, l’avvocato Cardillo Cupo, è contemporaneamente avvocato del proprietario della struttura. E di nuovo una storia di grave “non opportunità” politica si affaccia nella storia amministrativa del Comune di Formia governato da Gianluca Taddeo e appunto Pasquale Cardillo Cupo.
Le domande chiave di tutta questa storia sono due:
– “perché gli amministratori presenti a quella cena di capodanno al Bajamar, hanno fatto di tutto per nascondere i fatti, hanno fatto di tutto perché la città non conoscesse dell’ avvenuta rissa e dei personaggi che ne avevano preso parte?”.
– “perché la questura non mette ben in chiaro i nomi e i cognomi di queste 6 persone che sono oggi oggetto del Dacur?”.
Eppure al Bajamar c’erano tanti nostri ragazzi, ragazzi che volevano solo trascorrere una serata serena e di divertimento per festeggiare l’arrivo del nuovo anno ed è proprio per loro e per la loro sicurezza presente e futura che non bisognava stare zitti e fare finta di niente, perché quei ragazzi possono essere i nostri figli, fratelli, nipoti e non sempre figli, fratelli, nipoti di altri.
Ma tanto in questa storia come in tante altre…NESSUNO DOVREBBE VOLTARSI DALL’ ALTRA PARTE. E NESSUNO CHIEDE SCUSA.
Fonte: Pagina Facebook di Paola senza bavaglio Villa +Foto
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Operatore dell’informazione. Attivista culturale impegnato a scoprire, analizzare, descrivere e diffondere avvenimenti di vita locale quotidiana
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