Da poche ore è stata totalmente sostituita la sbarra che regola l’accesso a Via Giorgio La Pira, una piccola via di un centinaio di metri, che collega via Vindicio con via Unità d’Italia.
Se il post si fermasse qua, nulla di importante, nulla di strano, ma soprattutto verrebbe spontaneo dire ” ma che ce ne frega a noi?”
È importante sapere, però che in via Giorgio La Pira ci sono diversi villini e proprio a metà della strada c’è un complesso immobiliare con tre unità abitative confiscate alla criminalità organizzata o meglio, per dirla a chiarezza di atti e fatti, confiscate alla famiglia Bardellino. Nel complesso, negli appartamenti non oggetto di confisca, vivono ancora oggi Ernesto Bardellino e la sua famiglia.
La strada è stata per lungo tempo delimitata da due sbarre, una lato mare e l’altro lato monte, ma già nel nel 2005 durante l’operazione “Bonifica” i Ros dei Carabinieri facendo un’approfondita opera di ricostruzione dei beni di Ernesto Bardellino ( fratello del più famoso Antonio, considerato fondatore della “Nuova Famiglia” e affiliato al cartello criminale omonimo) predisposero che le due sbarre fossero definitivamente alzate; la cosa avvenne in maniera definitiva nel 2011 durante l’operazione “Golfo” e poi nel 2013 le unità abitative confiscate furono definitivamente nella disponibilità dell’ ente comunale.
Proprio nel 2019 grazie ad un finanziamento regionale, sono stati investiti circa 62mila euro per ristrutturare uno degli appartamenti in dotazione al comune, mentre nel 2021, il commissario prefettizio fece un accordo con il Centro Navale della Guardia di Finanza per la gestione decennale di un’unità abitativa, da mettere a disposizione come alloggio per finanzieri in servizio presso il centro di Formia.
Insomma quella sbarra è sempre stata alzata a testimonianza che la via era stata liberata dall’egemonia criminale di una famiglia che non solo aveva costruito, anche piuttosto facilmente, un complesso immobiliare in un’area con diversi vincoli urbanistici, ma aveva dotato la via di sbarre, videocamere, messo inferiate alle finestre, dimostrando tutto il proprio potere di colonizzazione in un territorio diventato, dopo la fuga da San Cipriano d’Aversa, la “Nuova Casa”.
In queste ore una nuova, fiammante sbarra è stata rimessa.
Ovviamente si è già richiesto ufficialmente agli uffici preposti chi abbia richiesto la chiusura, con quale titolo, se la strada è pubblica o privata e soprattutto se il Comune di Formia, proprietario di tre immobili in quel complesso, sia stato informato e abbia dato il proprio assenso ( e mi chiedo se anche il Centro Navale della Guardia di Finanza sia stata informata!)
Insomma troppi dubbi e soprattutto troppi simboli da “abbassare” a voler sottindere un egemonia che continua a esserci e non è mai finita, al contrario di chi pensa che sono solo storie di un passato lontano che è meglio non menzionare per evitare di infangare il buon nome di Formia e di tutta la sua cittadinanza.
Fonte: Pagina Facebook di Paola Villa
Operatore dell’informazione. Attivista culturale impegnato a scoprire, analizzare, descrivere e diffondere avvenimenti di vita locale quotidiana
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