Formia: “Un mare da salvare” protagonista al Med Blue Economy

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Economia circolare, aziende green e, soprattutto, salvaguardia delle acque. E proprio “Un mare da salvare” è stato al centro di uno dei seminari organizzati in occasione del Med Blue Economy, in programma fino al prossimo 4 settembre ed organizzato dal Consorzio Industriale del Lazio e dal Comune di Formia con il contributo e il patrocinio di Regione Lazio, Roma Capitale, C.I.S.E. (Confederazione Italiana per lo Sviluppo Economico), “Informare”, Camera di Commercio Frosinone-Latina, Blue Forum Italia Network, Its Academy Fondazione Caboto, Assonautica Italiana, Consomare del Golfo, Arsial, XVII Comunità Montana, Parco Regionale dei Monti Aurunci, Ente del Microcredito, Fic Canottaggio, Flag Mar Tirreno Pontino e Isole Ponziane. 

Ad aprire i lavori, dopo i saluti del sindaco di Formia Gianluca Taddeo e del vicepresidente del Consorzio industriale del Lazio, Salvatore Forte, il presidente del Flag Isole Ponziane, Mauro Macale, che ha sottolineato il grande lavoro portato avanti in favore dei pescatori: «Il Flag si occupa di intercettare i fondi europei destinati alla pesca per il prossimo settennato 2021- 2027 e poi di spalmarli sul territorio. Nel nostro caso parliamo del sud pontino con il coinvolgimento di circa dieci comuni e con lo scopo principale di agevolare la pesca costiera. Oggi ci troviamo in un contesto del decennio del mare voluto dall’Onu e proprio il 2022 è l’anno della piccola pesca costiera. Quindi questo tipo di manifestazioni, come quella del Med, per noi è davvero fondamentale. Nell’ambito del discorso della piccola pesca costiera noi finanziamo anche quelle che sono le attività collegate ad essa. Attività primarie per le quali i Comuni molto spesso si rivolgono a noi per dei finanziamenti che si possono sostenere se l’opera che essi prevedono di fare è compatibile con il discorso dell’aiuto alla piccola pesca costiera. Ad esempio – ha sottolineato Macale – abbiamo finanziato una parte del rifacimento del pavimento del mercato ittico di Formia e anche diverse pubblicazioni sempre nell’ambito della conoscenza di questo settore. Quindi una forma di educazione agli studenti per un loro avvicinamento al mondo della pesca. In definitiva il nostro core business è tutto quello che serve ad aiutare i pescatori a sopravvivere e sappiamo benissimo quanto oggi il momento sia complicato». 

Il presidente Macale ha poi accennato ad un argomento molto interessante, ovvero quello dell’educazione a tavola, parlando di un progetto che vedrà nel prossimo futuro l’utilizzo per il trasporto del pesce, al posto delle vaschette di polistirolo (un materiale inquinante se finito in mare), di cassette realizzate da un’azienda che si occupa di riciclo e che in nessun modo inquina il mare. In pratica una cassetta salva oceani. Una bella invenzione davvero. 

Particolarmente interessanti anche gli interventi di Vander Tumiatti, della Sea Marconi, e dei ricercatori dell’Università della Tuscia e dell’Università La Sapienza, gli ingegneri Di Ciò e Valente. Si è parlato di idrogeno, di progetti per il futuro, di economia circolare e di salvaguardia del mare. 

A chiudere Paola Carnevale, responsabile area ricerca scientifica Green Economy e imprese green Sea Tuscia università degli studi di Viterbo: «Il Med Blue Economy è un momento importante di confronto tra imprese e settore scientifico. Nelle nostre intenzioni c’è quello di coniugare il colore verde (la green Economy) con il colore blu (la Blue Economy). Vogliamo fare coniugare questi due aspetti che, in un primo momento, possono sembrare sinonimi ma non lo sono. Il ruolo delle imprese in questo concetto – ha commentato Paola Carnevale – è molto più ampio e prevede un loro coinvolgimento diretto con la sostenibilità sociale delle imprese. Il primo passo da compiere, però, è quello di sviluppare un progetto di svecchiamento di un sistema produttivo che, oggi, non è più al passo con i tempi. Dobbiamo partire proprio dallo svecchiamento dei processi produttivi attraverso il coinvolgimento delle persone,  inteso come di competenze professionali. Investire e favorire queste attività consentirà anche di investire su quello che viene definito come il “green Jobs” che si concentra sui settori dell’agricoltura, del manifatturiero, della ricerca e dello sviluppo e che contribuiscono in maniera incisiva a preservare e restaurare la qualità ambientale. Basta pensare ad un dato fondamentale, nel nord Italia il green Jobs costituisce il 34% delle risorse professionali. Nel nostro territorio abbiamo fatto importanti passi in avanti, abbiamo un soggetto fondamentale e innovativi che è quello dell’Apea (Aree produttive ecologicamente attrezzate) che persegue tutti gli undici obiettivi previsti dalla norma. E voglio ringraziare il presidente De Angelis che proprio su questo argomento ha mostrato una forte sensibilità. Affinché, però, questo sistema funzioni realmente gli attori principali devono essere le istituzioni, le persone e le imprese che devono affrontare tutte le tematiche in materia ambientale come l’innovazione aperta, l’intelligenza artificiale e digitalizzazione, la sostenibilità, la circolarità, l’economia circolare, il business etico e la circolarità dell’essere».

Il Med Blue Economy prosegue anche con le sue iniziative di carattere ludico e culturale. Davvero suggestivo, l’altra sera al porto di Caposele, il concerto degli archi del Conservatorio “San Pietro a Maiella” di Napoli, diretti dal maestro Proietti e con le musiche di Ennio Morricone.


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