Formia:Insignita della “Bandiera verde”

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La città di Formia è stata insignita della “bandiera verde”, un riconoscimento che giunge, secondo l’Assessora Stefania Valerio, per “… la sicurezza garantita dalla tipologia e organizzazione dei nostri arenili, oltre che dagli interventi messi in campo dall’amministrazione di concerto con gli operatori del turismo balneare…”.Sicurezza ed organizzazione che, secondo noi della Consulta comunale per le politiche a favore delle persone disabili, non riguarda anche i disabili.

Il 23 Marzo di quest’anno, veniva approvata la Delibera di Giunta n° 59, inerente l’accesso alle spiagge per gli utenti diversamente abili, per la quale sono stati stanziati persino soldi in bilancio. Siamo all’inizio del mese di giugno: cosa è stato fatto? Niente. Quando si muoverà qualcosa? Alla fine di questa stagione turistica, quando sarà troppo tardi? “Meglio tardi che mai”, vero, ma i disabili di Formia aspettano già da troppo tempo.

 

La Consulta continuerà a vigilare, continuerà a proporre, continuerà a fare il proprio lavoro, ma senza un interlocutore, tutto questo, è molto difficile: questa deliberazione di giunta, se rimanesse lettera morta, si tradurrebbe in un contentino che ci sarebbe stato dato, probabilmente, nel tentativo di chiuderci gli occhi e pure la bocca. Noi non vogliamo questo: noi vogliamo una città pienamente vivibile per i nostri ragazzi. Non si capisce come, in Toscana, ci sia addirittura una “Guida del turismo accessibile”, un turismo che riguarda le spiagge, i luoghi dell’arte e della cultura, e qui, invece, in una città che dovrebbe essere turistica, tutto questo non esista affatto. E non ci spieghiamo come, le Consulte di altre città siano, appunto, consultate, mentre la nostra no: a Formia, l’amministrazione ed il consiglio comunale lavorano alle nostre spalle e non insieme a noi.

È impossibile immaginare, in questo modo, di fare un vero percorso di integrazione piena dei disabili, anzi, al contrario, continuando a lavorare così, senza interpellare chi la disabilità la rappresenta, si rischia di escludere totalmente i disabili da una società che, nel 2017, dovrebbe potersi dire civile.

 

 

La Consulta comunale per le politiche a favore dei cittadini disabili


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