GAETA: Ancora un incontro con gli autori ed ancora un grande nome, nel secondo step del Campo Antimafia di Gaeta, mercoledì 22 luglio sarà il momento di Giulio Manfredonia, regista sceneggiatore e montatore, Manfredonia è un appassionato di tragedie raccontate con il senso dell’umorismo.
Inizia la sua carriera come assistente alla regia in Zoo (1989) di Cristina Comencini, seguito da altri ingaggi simili al fianco di Luigi Comencini per Marcellino (1991), regista che aveva già incontrato nel 1986 sul set de La Storia, e nuovamente con la Comencini per Matrimoni (1998). Impara così il mestiere del regista, mentre si forma anche come collaboratore al montaggio, autore di backstage, approfondimenti e di un valido cortometraggio, Tanti auguri, con Claudia Pandolfi, lavoro per il quale vince il Nastro d’Argento e il premio come miglior cortometraggio al festival di Annecy. Nel 1999 è assistente alla regia di Antonio Albanese nella commedia La fame e la sete, seguito a breve dalla collaborazione con Donatella Maiorca, co-regista della serie televisiva Giornalisti (2000).
Debutta nel cinema con la regia di un lungometraggio nel 2001 con la commedia Se fossi in te, di cui è anche sceneggiatore. La storia di tre personaggi in crisi d’identità, interpretati da Fabio De Luigi, Emilio Solfrizzi e Gioele Dix, mattatori comici della televisione, mette in luce le capacità di osservazione di Manfredonia, una qualità che caratterizza l’intera filmografia che lo riguarda. ancora una commedia anche il successivo E’ già ieri (2004), remake dell’americano Ricomincio da capo con Bill Murray, qui sostituito da Antonio Albanese.
Dalla commedia passa al sociale e chiama Claudio Bisio a lavorare nel film Si può fare (2008), affiancandolo ad Anita Caprioli, per raccontare la storia di un gruppo di malati di mente che, seguendo le fondamenta della legge Basaglia, mettono in piedi una Cooperativa produttiva.
Dopo Si può fare, Manfrdonia torna alla commedia sociale, con La nostra terra, una commedia intelligente e divertente, una favola etica sui limiti del buonismo da terzo settore, con questa nuova commedia torna nel solco della commedia etica già inaugurata con il fortunato Si può fare, raccontando come fare impresa, gestendo un bene comune, secondo i principi del politicamente corretto.
Il regista incontrerà il pubblico all’arena Nautilus, prima della proiezione del suo film La Nostra Terra, presentando il suo lavoro, sarà, quindi, l’occasione di ascoltare il primo regista che ha dato voce alle cooperative antimafia, realtà già attive da molto tempo, ma mai raccontate al cinema, tanto meno nei modi della commedia ed alla possibilità di fare impresa con i beni confiscati alla malavita.
Una commedia che fa ridere e fa riflettere. Pur semplificando la cruda realtà, ha il pregio di rendere ammaliante la legalità – Panorama –
Il tono da commedia, leggero e divertente, con il quale è raccontato un fatto pur drammatico, è la chiave vincente di un film davvero notevole – Il Giornale –
Il bravo Giulio Manfredonia cerca con La nostra terra la replica del felicissimo suo Si può fare ( 2008). Entrambi fondati su reali esperienze cooperativistiche, lì si trattava di ex pazienti psichiatrici, qui di riscatto delle terre del sud confiscate alla criminalità mafiosa – La Repubblica –
di Enrico Duratorre
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