IL REGALO ROTTO: PER RIFLETTERE CON IL SORRISO SULLA DISABILITA’

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<Il senso della nostra identità noi non lo riceviamo da noi stessi, ma da quelli che ci amano e cono convinti della nostra bellezza. Se ci dedichiamo l’uno all’altro nel corpo ferito e benedetto dell’umanità, abbiamo il privilegio di scoprire e mettere in luce bellezza, talenti e doni, nascosti o sopiti dietro le sembianze fisiche e gli apparenti limiti. “>. Così scrive Sue Mosteller, allieva di Jean Vanier, fondatore delle Comunità dell’arca, che in tanti paesi del mondo accolgono persone diversamente abili.

Proprio sulle ali di questa sfida a “riconoscere sempre e comunque la persona con sua identità e la sua dignità”, si dilata il percorso dell’annuale Appuntamento Diocesano delle persone diversamente abili, giunto quest’anno alla sua 10^ edizione, promosso dalla Comunità Emmanuel – Fraternità dell’Incarnazione dal 19 al 27 ottobre 2013.  Un calendario ricco e articolato di appuntamenti che toccheranno le città di Formia, Gaeta, Minturno e Fondi, in collaborazione con l’Associazione Emmanuel Duemila Onlus, il Comune di Formia ed il Comune di Fondi.

Il Teatro Remigio Paone di Formia anche quest’anno sarà tappa della settimana dedicata alla disabilità. Giovedì 24 Ottobre alle 20:30 in scena il MONOLOGO TEATRALE “IL REGALO ROTTO – PER RIFLETTERE CON IL SORRISO SULLA DISABILITA'”, con l’attore Michele Tarallo, padre di Chiara, affetta da tetraparesi spastica, encelofatia ed epilessia grave. Lo spettacolo teatrale con ingresso libero è una storia, vera e verosimile, come tante e proprio per questo in bilico tra eccezionalità e quotidianità, poli che sembrano opposti ma che, a guardar bene, quasi sempre sono destinati a fondersi tra loro. Il protagonista procede lungo questi due binari imposti dall’arrivo di Chiara, sua figlia, nata con una rara forma di epilessia diretta conseguenza di lesioni cerebrali al momento della nascita. Lesioni che le impediranno di parlare, muoversi, gesticolare … insomma di comunicare normalmente. E’ Chiara che detta regole ed eccezioni alla sua esistenza. E’ Chiara che detta i nuovi equilibri di chi l’assiste e se ne prende cura. In un lungo monologo, a metà strada tra flusso di coscienza e sguardo disincantato su ciò che lo circonda e che, dalla nascita di Chiara, gli appare grottescamente deformato, il protagonista riflette sulla condizione della disabilità che coinvolge, accanto ad aspetti pratici e farmacologici, sentimenti, emozioni, sensibilità negate.


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