Il Sindaco di Fondi scrive alla RAI

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Salvatore-De-MEo

ATTUALITÀ: Difendere l’immagine della propria città, senza se e senza ma, questo avrà pensato il Sindaco di Fondi Salvatore De Meo, quando ha preso carta e penna ed all’indomani della messa in onda della fiction “Io non mi arrendo” con Beppe Fiorello, ha scritto alla RAI una nota di protesta.

Una protesta non nei confronti di una fiction che ha portato riacceso i riflettori sul problema delle ecomafie e la lotta di un servitore dello stato, che ha messo in gioco la propria vita per combattere chi per decenni ha avvelenato i nostri territori, ma una protesta verso la scelta di individuare la sua città, Fondi, come il centro di eco-criminalità, anche attraverso la creazione di un fantomatico Banco Agricolo di Fondi.

centro storico, il corso
centro storico, il corso

La scelta del primo cittadino fondano di scrivere alla RAI, ha attirato un nuvolo di critiche, ma se si prova a leggere tra le righe della nota, si capisce che la stessa è scaturita dall’intervento di un Sindaco legato al proprio territorio, che ha fatto proprie le proteste di numerosi suoi concittadini, ed ha espresso le sue perplessità, per la scelta di ambientare la fiction in un presunto territorio, identificandolo con la cittadina pontina.

Lo sconcerto nasce da una serie di riflessioni, scrive il Sindaco nella sua nota inviata a Viale Mazzini “Non si comprende perché nell’ambito del racconto non vi sia stata alcuna trasfigurazione toponomastica riguardo a Fondi, così come è stato fatto con altri contesti territoriali che a differenza della città che amministro sono invece direttamente riconducibili agli eventi criminosi che costituiscono il soggetto della fiction e hanno rappresentato l’ambito di attività di personaggi ben identificati nelle carte processuali. Non si comprende inoltre quali siano state le necessarie ragioni della precisa identificazione tra la città di Fondi quale sede di attività dedite allo smaltimento illegale di rifiuti tossici e un immaginario “Banco Agricolo di Fondi” che avrebbe consentito il riciclaggio di denaro delle ecomafie e di usurai organizzati. Non si comprende infine quali siano stati i riferimenti a fatti accertati direttamente riconducibili a tali attività illecite, tali da costituire lo spunto per l’elaborazione della sceneggiatura. Da ultimo, stupisce come non si sia pensato al rilevante danno d’immagine che una rappresentazione così veridica di nomi e fatti non riconducibili in alcun modo a Fondi potesse comportare per la città, per i suoi abitanti e la sua economia”.

Nella nota, chiarisce il primo cittadino di Fondi, “le riflessioni sono valide non solo per Fondi ma per qualsiasi altra realtà italiana e si esternano anche affinché in futuro tali errori non abbiano a ripetersi, compromettendo ulteriormente l’immagine della città”

Pertanto, pur reputando molto positivamente l’impegno della RAI nel divulgare per il tramite di una fiction TV messaggi positivi quali il contrasto alle ecomafie, nonché l’attività costante, la sensibilità morale e l’impegno professionale di uomini dello Stato e Forze dell’Ordine nella lotta alla criminalità organizzata, allertando le coscienze e sensibilizzando in particolare le giovani generazioni, De Meo ha chiesto alla RAI un sollecito riscontro alla sua nota.

di Enrico Duratorre

 

 


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