CULTURA: Torna anche a novembre l’Associazione Confronti con i suoi incontri su temi attuali, questa volta il tema è l’arte, con la presentazione del libro “La verità di Caravaggio” di Giuseppe Fornari.
Non un semplice libro d’arte o una guida per musei, il libro di Giuseppe Fornari, edito da Nomos Editori, è un saggio su Michelangelo Merisi, noto come il Caravaggio, a 360 gradi, nel quale vengono analizzate le opere, la vita, le influenze storico-artistiche, l’iconografia e l’iconologia di molti suoi dipinti, i rapporti con la Chiesa e la società di quel tempo; ma alla base di tutto c’è una tesi chiara e concisa: “Non è ancora stato detto tutto sul Caravaggio!”.
Il saggio di Giuseppe Fornari su Caravaggio vuole sfatare i luoghi comuni e le stratificazioni mitografiche che si sono accumulate sull’artista e sul personaggio, fraintendendo o banalizzando gli intenti conoscitivi e spirituali che ne hanno guidato la produzione.
Caravaggio non è un pittore “facile”, come non è stato un uomo “facile”, per questo il cliché di “realismo”, comunemente adottato per descrivere il tratto caratterizzante la sua opera, ne confonde la vera portata, sotto un’etichetta generica ed equivoca.
L’artista ha perseguito sì la “realtà”, ma quella drammatica e metafisica della ricerca di Dio da parte dell’uomo, ricerca il cui coronamento si attua nel momento in cui l’azione umana si fa dramma, scelta irrevocabile, apertura all’inconcepibile, questa è la “verità” di Caravaggio e tutto in lui si subordina al suo conseguimento nella rappresentazione.
Le sventure che affliggono la vita di Michelangelo Merisi, e che lui attivamente si procura, approfondiscono e rendono ancor più lancinante questa verità che si manifesta come “Verità”, alimentando un crescendo febbrile di capolavori che ha pochi paragoni nell’arte occidentale.
“La verità è che Caravaggio va cercato dove lui voleva essere trovato, cioè nei suoi quadri” ci dice l’autore nella sua opera
È proprio qui che entra in gioco il saggio di Giuseppe Fornari, sostenendo che è una limitazione della realtà, se non un errore considerare il Caravaggio come mero realista, poichè l’uso della luce e dei contrasti con le ombre servono ad elevare verso Dio gli elementi illuminati, donandoli di quella funzione sacrale che permette loro proprio di staccarsi dalla realtà da cui provengono.
Giuseppe Fornari, docente di Storia della Filosofia all’Università di Bergamo, si dedica allo studio della storia del pensiero nelle sue varie manifestazioni, non solo filosofiche, ma anche artistiche e religiose, tra le sue pubblicazioni: Il caso Nietzsche (in collaborazione con René Girard, 2002); la monografia su Leonardo La bellezza e il nulla (2005); Da Dioniso a Cristo (2006, I ed. 2001); il volume da lui curato Eraclito: La luce dell’Oscuro (2011); Mediazione, magia, desiderio in Leonardo e nel Rinascimento (2012); La conoscenza tragica in Euripide e in Sofocle (2013); Storicità radicale. Filosofia e morte di Dio (2013)
Appuntamento sabato 7 novembre ore 18,00 presso la Sala Ribaud del Comune di Formia.
di Enrico Duratorre
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