È stata rinviata al 10 luglio 2023 l’udienza del processo sulla tragedia di San Pietro Lametino che il 4 ottobre 2018 ha visto la morte di Stefania Signore, 30 anni, e dei figli Christian, 7 anni e Niccolò di soli 2 anni. In una serata di forte pioggia si trovavano sulla strada provinciale 113 che si snoda tra San Pietro a Maida e San Pietro Lametino quando le cattive condizioni meteorologiche hanno indotto Stefania a uscire dall’auto con i due bambini. Sono stati travolti, senza via di scampo, da un’oda densa e mortale di fango, acqua e detriti. All’epoca dei fatti tutti i rappresentanti istituzionali intervennero, compreso l’allora presidente del senato, Casellati, che annunciò: «Basta a queste tragedie».
Ma il tempo pare stia cancellando tutto, anche l’atrocità della morte di una mamma e due bambini e il processo oggi si trascina lento per carenza di giudici.
Il 10 ottobre scorso dovevano essere ascoltati una decina di testi. Si è presentato un giudice non togato (che non può essere competente per determinati reati) il quale ha comunicato che a fine novembre arriveranno a Lamezia Terme tre giudici togati, di prima assegnazione.
Poi la doccia gelata: udienza rinviata di nove mesi.
«Io e mia moglie siamo rimasti increduli – dice Antonio Signore, padre di Stefania e nonno di Christian e Niccolò –, ci hanno dato una bella mazzata, già stiamo soffrendo e loro giocano sulle lacrime dei famigliari». La famiglia si aspettava un rinvio ai primi mesi del nuovo anno ma non a luglio. Dovranno aspettare tre stagioni perché il processo riprenda e sono sconfortati.
Hanno paura che il processo naufraghi, che «cada nel dimenticatoio», e il sistema giudiziario, al momento, sta alimentando questi timori.
La tragedia è avvenuta nel 2018, sono trascorsi quattro anni che hanno fortemente minato la salute di Antonio Signore e di sua moglie, Franca Maria Folino.
L’udienza preliminare è finita il 16 novembre 2021, quando il gup di Lamezia Terme Francesco De Nino ha rinviato a giudizio Antonio Condello, imprenditore 51enne residente ad Acconia di Curinga; Floriano Siniscalco, ingegnere 50enne residente a Girifalco; Francesco Paone (60 anni), Giovanni Antonio Lento (60) e Cesarino Pascuzzo (62), tutti e tre di Lamezia, dipendenti dell’amministrazione provinciale di Catanzaro. Sono tutti accusati di omicidio stradale.
Da allora, in un anno, il processo – con una lista di 30 testimoni da ascoltare – ha visto una sola udienza buona, nel corso della quale è stato ascoltato un teste della polizia giudiziaria.
Adesso dovranno passare altri nove mesi.
(a.truzzolillo@corrierecal.it)è
Antonio Signore lo ricordiamo è originario di Minturno. Per molto tempo è vissuto in Svizzera, ritornò a Minturno dove visse per qualche anno a Tufo, infine si trasferi definitivamente a Lametino (Lamezia Terme), paese della moglie Franca Maria Folino dove si è stabilito con tutta la famiglia
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