Da cittadina, dopo tre anni di chiusura, non sono più interessata alle motivazioni che il tempo ha trasformato in alibi. Per me esiste un’unica grande spiegazione che risponde a tutte le domande che mi faccio se vado in giro per la città, ed è l’incapacità di questa amministrazione (come della precedente) di gestire la “cosa pubblica”.
“Latina città della cultura 2032” si è detto in campagna elettorale, quindi si può sperare per il 2032 di rivedere la biblioteca aperta, il teatro attivo, progetti tesi a riavvicinare i cittadini ai luoghi culturali, di cui sono stati privati per anni.
Ma nel frattempo, la biblioteca è chiusa al pubblico ed è chiusa da tre anni e non si è mai pensato in questi anni ad una alternativa, il servizio on line non può essere considerato un’alternativa valida.
Una Biblioteca non è solo un luogo pieno di libri, così come una foresta non è un luogo pieno di alberi ma un ecosistema. E in questo ecosistema culturale la Biblioteca rappresenta uno spazio di cittadinanza dove il cittadino può approfondire ciò che altrove è solo superficiale. In un’epoca come questa dove si trovano tutte le informazioni in un attimo, una biblioteca rappresenta lo spazio di riflessione e di approfondimento che manca.
Abbiamo visto a Latina, grazie al patto per la lettura, gruppi di bambini non ancora in grado di leggere e scrivere ascoltare a bocca aperta le storie lette ad alta voce dai volontari delle associazioni. Cittadini anche loro, piccoli cittadini che in questo luogo magico pieno di libri sperimentavano la potenza della parola condividendone l’emozione con i compagni.
Quanto era importante e formativo quel lavoro per le generazioni di domani?
Allora vediamo che il danno di una biblioteca chiusa è fatto di benefici che non arriveranno, di libri che non si leggeranno, di bambini e ragazzi che non scopriranno mai che possono avere in prestito gratuitamente dei libri da leggere. Di genitori che non porteranno i bambini ad ascoltare storie in questo luogo speciale, di ragazzi non avranno uno spazio silenzioso dove studiare, un luogo che magari a casa non hanno.
Quello che è stato tolto sarà un vuoto per sempre per alcune generazioni.
Occorre attivare immediatamente luoghi alternativi, come gli spazi delle scuole, per sopperire a questa drammatica mancanza. Lo strumento c’è ed è la Lg.107/2015 che permette di attivare protocolli tra scuole ed Enti per l’apertura dei locali nel territorio.
Ilenia VOLLONO
(Pari Opportunità e Tutela dei Diritti – Azione Latina)
Operatore dell’informazione. Attivista culturale impegnato a scoprire, analizzare, descrivere e diffondere avvenimenti di vita locale quotidiana
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