Riceviamo e pubblichiamo
Sono trascorsi quasi quattro anni dal percorso, che con tanto di bandiere e di slogan alla riconquista del Palazzo Comunale, ha portato Sandro Bartolomeo a ricoprire la carica di primo cittadino della nostra città. Ne è scaturita, dal suo estro politico, una maggioranza, meglio, una grande ammucchiata, frutto di compromessi, tradimenti e cambiali elettorali. Era prevedibile ed è scontato che la formula dei “pagherò a vista” difficilmente si trasformerà in una retta sintesi di governo. Alla distanza i fatti danno ragione a chi, come me, ha visto, vissuto e contato ben tre sfiducie clamorose. La prima sfiducia è arrivata a inizio consiliatura, per mano dei moscardelliani di casa nostra, con una sonora bocciatura al Consiglio Provinciale di Latina. Qualche mese dopo lo stop. il sindaco ha rimediato con la classica “pezza della surroga”, a seguito della caduta delle amministrazioni comunali di Terracina e Latina, avvenute per mano di consiglieri del PD e di Forza Italia. In quella occasione i commissari si sono trovati a gestire la cosa pubblica per circa 13 mesi, sconfessando di fatto ogni teorema in ordine ai timori di una lunga crisi al buio. Timori che l’attuale sindaco di Formia lancia senza paure alla parte più debole della città. Ma la sua è e resterà una bugia grossolana e arrogante. Sono ben altre le preoccupazioni a dover impensierire i cittadini di Formia! La seconda sfiducia è arrivata direttamente dagli elettori formiani con il “no” plebiscitario al referendum sulla riforma costituzionale (66,4%). Anche in quella occasione si è avuto modo di assistere al tempestivo cambio di casacca del sindaco Bartolomeo, che con l’approdo alla corrente renziana del sen. Claudio Moscardelli, ha trovato l’unica via per essere eletto all’assemblea nazionale del PD. Ovviamente, a suo dire, detto e fatto per il “bene della città”, slogan ad effetto per una collettività che lui vorrebbe senza memoria. Sbagliando! I cittadini di Formia ricordano bene che in precedenti primarie, Bartolomeo vestiva i colori di Ignazio Marino, ex sindaco della capitale, fatto cadere proprio da Renzi e i renziani. La terza sfiducia è passata per la bocciatura sul bilancio, l’uscita dalla maggioranza dei consiglieri del Sel, dei consiglieri in quota Eleonora Zangrillo e per la transumanza di tre consiglieri dalla maggioranza all’opposizione. Mai nella storia amministrativa della nostra città si è registrato uno scollamento così grave tra i cittadini e l’asse politico-governativo dell’attuale sindaco. Quindi, non è il caso di soffermarmi sui molteplici rimpasti di giunta, sugli avvisi di garanzia recapitati al sindaco Bartolomeo e tutt’ora pendenti, sugli intrighi e le lotte intestine all’interno della maggioranza allargata, volte ad accaparrarsi posti e spartizioni. Il bilancio finale dell’esperienza amministrativa Bartolomeo è di una negatività assoluta per la città intera. Ma il sindaco, noncurante della nostra comunità e di ogni impegno di programma, rivolgendosi ai nuovi sostenitori-esponenti di Forza Italia, ha scatenato reazioni nei circoli e tra i suoi stessi elettori! Qual è la posta in palio che spinge il sindaco Bartolomeo a trattare con una forza politica, giudicata storicamente nemica e che a livello nazionale risponde soprattutto al nome di Silvio Berlusconi? Questa domanda sembra trovare la sua risposta, agevolmente! Per cui non parleremo del giudice giustizialista Antonio Esposito, ospite d’onore di un convegno sulla legalità a fianco del primo cittadino, oppure, andando indietro nel tempo, non ci soffermeremo a rinvangare lo scontro epocale tra il sindaco Bartolomeo e l’allora Presidente del Consiglio Regionale, Claudio Fazzone, all’inaugurazione del Dea di primo livello del P.O. Dono Svizzero di Formia. In quel contesto, partirono insulti al veleno, fatti che a suo tempo la Stampa documentò. A nostro avviso il sostegno di Forza Italia all’attuale sindaco Bartolomeo, rientra in un patto scellerato che serve, al primo cittadino di Formia, per concludere una consiliatura in piedi e con la cassaforte in mano, per poi, a scadenza di mandato, tentare di approdare ad altri lidi. I punti programmatici proposti dalla nuova maggioranza, con il sostegno aperto del gruppo dei quattro consiglieri di Forza Italia, scesi a patti con il sindaco Bartolomeo per portare a termine l’attuale consiliatura, quindi, sono uno specchietto per le allodole. Per dovere di cronaca, il gruppo dei quattro, si era già reso disponibile votando alle primarie e successivamente al ballottaggio del giugno 2013, la candidatura a sindaco di Bartolomeo. I numeri grezzi, in sintesi, dicono che il l’attuale sindaco può contare su una maggioranza numerica molto risicata, cioè di appena un consigliere. Alla fine di questa ultima farsa, durata quasi un mese, la montagna ha dunque partorito il topolino, ossia, un governo modesto, dal profilo mediocre, spurio dal punto di vista tecnico-politico e a tutto beneficio delle scelte personali di Bartolomeo. Un capolavoro di “furbizia ai danni della città”. Per concludere è scontato che con una maggioranza al lumicino e i sostenitori d’accontentare, il consiglio comunale sarà e resterà ingessato, per di più rimarrà oscurato, e speriamo per poco ancora, al bene della collettività. Una lenta agonia del niente che potrebbe far rimpiangere quel commissario che a Formia, al momento, non è ancora arrivato.
f.to il Capogruppo dei Centristi per Formia
del Consiglio Comunale della città di Formia
dr. Amato LA MURA
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