L’appello e le adesioni per il controsemestre popolare e di lotta e la manifestazione nazionale del 28 giugno a Roma contro i Trattati e i diktat dell’Unione Europea, per il lavoro, il reddito, il welfare e contro la guerra alle porte dell’Europa. Sei mesi di mobilitazioni.
Nota per i redattori. Nel linguaggio abituale i termini “Europa” ed “Unione Europea” vengono usati come sinonimi. Al contrario, vanno distinti in modo netto. Perché l’Unione Europea è una “stato in formazione”, costruita con trattati intergovernativi secondo un metodo – espressione usata da Tommaso Padoa Schioppa alcuni anni fa – “che potremmo definire dispotismo illuminato”. Mentre l’Europa indica – a seconda del contesto discorsivo – “un’espressione geografica”, una cultura fondamentalmente comune, un destino unitario pur a coronamento di una storia fratricida, ecc. Contestare l’Unione Europea, dunque, è possibile anche da un punto di vista comunitario e antinazionalistico.
Per analogia: “l’Italia” e lo “lo Stato” che la amministra attualmente sono due entità decisamente diverse.
Le elezioni europee hanno visto in Italia un risultato in controtendenza con quelli di tutti gli altri paesi devastati dalle politiche di austerità. Il nostro è il solo paese, assieme alla Germania, dove le forze di governo che hanno approvato e gestiscono il Fiscal Compact e il pareggio di bilancio hanno avuto successo. Questo non solo per la passività e la paura che la crisi ha diffuso, ma anche perché sinora il confronto e lo scontro politico nel nostro paese hanno ignorato la questione Europa, salvo eccezioni positive che però sinora non hanno cambiato la tendenza di fondo. I rischi ritorno del nazionalismo, della xenofobia sono un altro frutto amaro delle misure di austerità.
Anche le lotte, a differenza degli altri paesi colpiti dalle politiche economiche della Troika, fin qui sono rimaste sul terreno dello scontro immediato e hanno lasciato sullo sfondo la contestazione dei ferrei vincoli che l’austerità europea ha posto alla democrazia e ai diritti sociali e del lavoro
È ora di superare questa arretratezza italiana, è ora di mettere in campo anche da noi la contestazione nei confronti dell’Unione Europea fondata sui trattati neoliberisti, da Maastricht al Fiscal Compact, e sulle le politiche di austerità, per rompere il dominio sulle nostre vite da parte delle sue istituzioni formali e informali, a cominciare dalla BCE e dalla Troika.
Dal 1° luglio il governo italiano per sei mesi terrà la presidenza dell’Unione Europea. Noi faremo di questo l’occasione per contestare le scelte politiche e le istituzioni dell’UE, vogliamo che in Italia cresca un movimento convergente con quelli di tutti i paesi europei, per costruire un’alternativa politica, sociale ed economica ai Trattati dell’Unione Europea.
Per tutti i centri di potere economico, finanziario e politico il semestre italiano sarà l’occasione per continuare nell’austerità con i suoi terribili vincoli, mascherandola con una finta ridiscussione degli obblighi comunitari. Per il potere sarà l’occasione per rilanciare le controriforme liberiste e autoritarie presentandole con lo slogan “lo vuole l’Europa”.
Per noi questo semestre deve essere l’occasione per organizzare l’informazione e la mobilitazione contro l’UE e l’asservimento del governo ai diktat della Troika, per mobilitarci contro le politiche del lavoro che hanno portato alla riforma Fornero delle pensioni e al Jobs act, tutte ispirate dalla politica di precarizzazione e distruzione dei diritti del lavoro decisa dall’UE. Per mobilitarci contro la disoccupazione di massa, la precarietà, i licenziamenti e le delocalizzazioni. Per dire basta alla schiavitù e alle deportazioni dei migranti. Per fermare le privatizzazioni e la distruzione dei servizi pubblici e dei beni comuni. Per fermare la devastazione ambientale nel nome delle grandi opere. Per fermare gli sfratti e i pignoramenti. In tutti i paesi dell’UE si portano avanti queste politiche, per questo il nostro NO vale per l’Italia e vale per tutti i paesi europei.
Noi vogliamo la fine immediata delle politiche di austerità e rigore e per questo è necessario che crolli tutta l’impalcatura di trattati e vincoli che vengono usati dai governi per sostenere queste politiche di distruzione sociale. Chiediamo e ci mobilitiamo per far si che l’Italia denunci unilateralmente il Fiscal compact e il MES con tutti i regolamenti ad essi collegati, che hanno accentrato il potere decisionale delle politiche pubbliche nelle mani di una oligarchia che risponde solo ai mercati. Chiediamo che venga cancellato il pareggio di bilancio iscritto con i voti del PD e del PdL in Costituzione. Chiediamo la rottura di tutti i vincoli e le compatibilità che nel nome del rigore ci hanno portato a questo disastro sociale. Vogliamo costruire una politica che riconquisti i diritti democratici su tutti i principali strumenti della economia, dalla gestione del debito pubblico all’uso della moneta per varare politiche di espansione dell’occupazione, di riconversione ecologica delle produzioni, per la garanzia dei servizi pubblici e dei diritti sociali, per lo sviluppo del welfare e l’autodeterminazione delle donne.
Costruiamo la mobilitazione e la lotta popolare per un programma immediato per il lavoro che cancelli la legge Fornero sulle pensioni e tutte le leggi sulla precarietà, che blocchi i licenziamenti nel privato come nel pubblico, che fermi le delocalizzazioni e le esternalizzazioni. Che restituisca salute e dignità al lavoro. Che garantisca un reddito a tutti i disoccupati.
Costruiamo la mobilitazione e la lotta popolare per la democrazia, attaccata dal sistema di potere autoritario ed oligarchico che, nel nome dell’Europa, calpesta gli stessi principi costituzionali con leggi elettorali truffa e nei luoghi di lavoro con accordi come quello firmato da CGIL CISL UIL e Confindustria il 10 gennaio, che viola la Costituzione affermando che solo chi firma gli accordi ha diritto alla rappresentanza.
Noi crediamo sia necessario che il semestre italiano divenga un Controsemestre Popolare e di Lotta nel quale i principi, le istituzioni e i poteri che sono a capo delle politiche d’austerità vengano contestati punto per punto, momento per momento. Costruiamo un fronte ampio delle forze politiche, sindacali e sociali affinché il semestre del governo italiano in Europa diventi un Controsemestre popolare che contrasta con la mobilitazione e la lotta le istituzioni, i poteri dell’UE e le varie politiche di austerità.
Vogliamo riprendere la lotta per la pace e contro la politica di guerra e di riarmo che è perseguita con determinazione sempre più aggressiva da parte dell’Unione Europea subalterna agli Usa e alla NATO. Ora, dopo la Jugoslavia, la UE e la Nato delocalizzano una nuova guerra ai propri confini, in Ucraina.
Proponiamo quindi a tutte e tutti coloro che hanno partecipato alle mobilitazioni di questi anni e che oggi lottano, di costruire assieme un percorso comune per tutti questi sei mesi, nel pieno rispetto, anzi riconoscendo il valore, delle diverse pratiche, esperienze e culture e valorizzando anche l’articolazione delle iniziative. E nella comune forte solidarietà con chi è colpito dalla repressione.
Proponiamo quindi una manifestazione nazionale con corteo a Roma il 28 giugno per inaugurare così il Controsemestre popolare. Vogliamo accompagnare questo appuntamento con incontri e confronti tra tutte le forze e le persone che si oppongono all’austerità, ai Trattati Europei e ai governi che la perseguono.
Il Controsemestre dovrà continuare con iniziative e confronti, lotte e mobilitazioni sia territoriali che nazionali che percorrano tutti i prossimi mesi. Dobbiamo per la prima volta far davvero sentire in Europa la voce di un popolo che sta con coloro che, a partire dalla Grecia, subiscono e combattono i diktat della Troika. Il Presidente del Consiglio Renzi ci accusa di essere dei “gufi” che si augurano il suo fallimento e quello delle politiche che persegue. Occorre dimostrare che chi lotta non fa sconti a nessuno.
Le prime adesioni all’appello:
Usb, Il Sindacato è un’altra cosa/Cgil, Cub Lazio, Sbm (Trento), Cobas Sanità (Venezia), Asia – Usb, Ross@, Noi Saremo Tutto, Campagna “Noi restiamo”, Forum dei Movimenti per l’Acqua pubblica, Nicoletta Dosio ed altri militanti movimento No Tav, Alba (nazionale e nodo di Roma), Movimento Immigrati e Rifugiati, Lavoratori Autorganizzati Mef, Rete No War, Partito Comunista dei Lavoratori, Partito dei Comunisti Italiani, Partito della Rifondazione Comunista, Rete dei Comunisti, Sinistra Anticapitalista, Carc, Piattaforma Comunista, Comunisti Adesso, collettivo Palestina Rossa.
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