“Marocchinate” lo spettacolo

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CULTURA: #Cassino – Va in scena questa sera «#Marocchinate», spettacolo teatrale di Simone Cristicchi e Ariele Vincenti. L’intervista al protagonista

Andrà in scena questa sera, sabato 6 maggio, alle 21, presso l’Aula Pacis di Cassino, nell’ambito del Festival del Teatro Civile “CassinoOFF”, lo spettacolo teatrale “Marocchinate”, scritto dal cantautore romano Simone Cristicchi e dall’attore Ariele Vincenti.

Italia 1944, regione Lazio, Ciociaria, a pochi chilometri da Roma. Le truppe alleate non riescono a sfondare la linea Gustav tedesca, intorno a Montecassino, infinita trincea e ultimo baluardo nazista verso la capitale. Questo l’antefatto da cui parte Angelino, il protagonista interpretato da un bravissimo Vincenti. Una vita contadina, semplice ma faticosa, che viene sconvolta dall’arrivo delle truppe Marocchine, aggregate agli Alleati, alle quali viene affidato il compito di entrare nella rocciosa difesa tedesca. Ottemperano al loro compito e come ricompensa ottengono il “diritto di preda” contro la popolazione civile. Cinquanta ore di carta bianca, in cui fanno razzia di tutto quello che trovano: oro, case, vino, bestie, ma soprattutto donne. Sono migliaia le donne che verranno stuprate e uccise nella primavera del ’44, dai soldati marocchini.

Un vero inferno, che le donne continuarono a subire anche dopo, marchiate col nome di “Marocchinate”, appunto, come fosse stata una colpa loro. Un dolore senza fine.

«Lo spettacolo “Marocchinate” – ci ha spiegato il protagonista Ariele Vincenti – nasce da un’idea di Simone Cristicchi, il quale mi ha inizialmente fornito del materiale che aveva raccolto per un altro spettacolo chiamato “Mio nonno è morto in guerra”. Io mi sono subito molto appassionato al progetto e ho iniziato a lavorarci. Sono stato in Ciociaria, ho intervistato tanti reduci di guerra e da lì abbiamo cominciato a scrivere il testo, poi insieme al regista Nicola Pistoia lo abbiamo definito durante le prove».

Cosa racconta «Marocchinate»? «Lo spettacolo – prosegue Vincenti -, un monologo della durata di circa 55 minuti, molto intenso, crudo, essenziale, narra di questa devastante storia accaduta in Ciociaria, ovvero l’arrivo dei soldati marocchini dopo lo sfondamento della linea Gustav. Io interpreto un pastore che a metà degli anni ‘50 viene intervistato da un giornalista, personaggio di fantasia in quanto non compare sulla scena, e mentre sta facendo pascolare le pecore gli racconta tutto ciò che ha visto durante quell’estate del 1944, tra cui lo stupro della moglie Silvina. La cosa che più ci interessava era di non descrivere in modo troppo drammatico tutti gli avvenimenti, per questo la scelta poi è ricaduta nel far parlare il pastore, a quindici anni dalla fine della guerra. Vi invitiamo e vi aspettiamo tutti al Cassino Off, sabato 6 maggio alle 21».

 

Alessandra Aprile


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