“Da notizie ormai certe Sermoneta è stata individuata dal Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) del Ministero dell’Interno come luogo d’accoglienza d’alcuni profughi provenienti dal Mali presso l’Istituto “Rosa” di Via Monticchio, attraverso la cooperativa “Astrolabio”, titolare di questo progetto, la quale ha preso direttamente contatti con la Congregazione delle Suore “Calasanziane”. Queste notizie si stanno diffondendo creando allarme tra la popolazione, con manifestazioni di preoccupazione e malumori sociali”. È l’inizio di una lettera che il sindaco di Sermoneta Claudio Damiano ha inviato al Prefetto, lamentando il mancato coinvolgimento dell’amministrazione “che deve dare risposte alla collettività” e chiedendo un incontro per conoscere i dettagli del progetto. “Il Comune di Sermoneta non è stato, infatti, informato di questi arrivi, né tantomeno è a conoscenza se esiste un progetto d’azioni ed attività che dovrebbero far parte di un programma d’accoglienza, tanto più che formalmente questo era stato richiesto alla cooperativa “Astrolabio” dai nostri Servizi Sociali senza tuttavia ricevere risposta. Nel progetto, oltre che essere contenute le attività specifiche relative all’alloggiamento dei migranti, deve essere contenuto un programma di sinergie con le associazioni locali. Ospitare migranti deve essere inteso anche come forme d’interscambio culturale che potranno far crescere la cultura e la sensibilità del territorio. È necessario che sia prevista una forma di controllo e di monitoraggio da parte dei Servizi Sociali del Comune di Sermoneta, al fine di verificare la buona gestione, il rispetto del programma stesso, l’utilizzo accurato delle risorse economiche statali e d’ogni altra specifica attività. Non è pensabile ipotizzare condizioni nelle quali gli immigranti verrebbero sostanzialmente ed esclusivamente assistiti, senza prevedere specifici interventi che facilitino le proprie autonomie come nell’autogestione dei locali a loro disposizione e quindi autosufficienza nelle pulizie e nella preparazione dei pasti. Siamo convinti che vadano predisposte delle attività socialmente utili e d’integrazione per questi migranti, anche nel rispetto del sistema di gestione dei servizi sociali di Sermoneta, che prevede erogazioni di contributi in cambio di sussidiarietà sociale. Così com’è impensabile una gestione dell’accoglienza da parte d’organismi del terzo settore estranei al territorio senza alcun coinvolgimento delle realtà locali: la collettività rischia di sentirsi estraniata, mentre, a nostro avviso, chi gestisce l’accoglienza dovrà avvalersi di professionalità locali”, si legge ancora nella nota. “Se ciò non avviene, questo metterebbe in crisi i principi dell’intero sistema di gestione dei servizi sociali di Sermoneta, perché sarebbe contraddittorio, per esempio, che per erogare un contributo economico in buoni pasto agli anziani, a questi sia richiesta una prestazione di presa in carico d’anziani non autosufficienti. Magari queste nostre preoccupazioni sono già inserite nel progetto d’ospitalità della cooperativa “Astrolabio”, aggiunge il delegato ai Servizi Sociali Mauro Battisti: “Il Comune di Sermoneta, tuttavia, non è a conoscenza di nulla. Quali finalità ha il progetto d’ospitalità? Quali sono i termini? La modalità organizzativa? Il modello d’integrazione col territorio? La popolazione non può non essere messa a conoscenza”.
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