ella mattinata odierna, 8 agosto, a Napoli, Isernia, Vercelli, Melfi (Potenza), Minturno, Santi Cosma e Damiano e Castelforte, i militari del Comando Provinciale dei Carabinieri di Latina, con l’ausilio di elicotteristi e di unità cinofile dell’Arma e dei locali Comandi Arma competenti per territorio, hanno eseguito un’ordinanza emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cassino, Domenico Di Croce, su richiesta della Procura della Repubblica ciociara, nei confronti di 17 persone destinatarie delle misure cautelari: 4 in carcere, 2 agli arresti domiciliari, 3 col divieto di dimora, 8 con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Tra i coinvolti (tutti originari di SS Cosma e Damiano, Castelforte e Minturno) alcuni nomi noti nel panorama del narcotraffico del sud pontino: Ciro Bonifacio; Adolfo Pandolfo; Lucio Pandolfo, Decoroso Antinozzi (figlio del “boss” Antonio Antinozzi detto Trippetta); Fabio Buonamano, Italo Laracca, Angelo Tancredi, Mario Vozzolo, Ivano Bonifacio, Roberto Bonifacio, Mario Ruggiero, Antonio Aniello, Carlo Leone, Giuseppe Sola, Valentino Miosotis (anche lui coinvolto in una maxi indagine anti-droga arrivata a conclusione nel febbraio 2021), Costantino Vastante e Carmine Sola.
Alcuni di loro, come Decoroso Antinozzi, Adolfo Pandolfo, Fabio Buonamano, Ciro Bonifacio e Giuseppe Sola sono stati condannati in promo grado, nel processo derivante nella maxi indagine denominata “anni 2000” e sfociata negli arresti del gennaio 2021. Tre dei coinvolti di quest’ultima indagine, come Antonio Antinozzi, hanno rimediato un sconto rilevante in Appello.
Nello specifico le misure cautelari: carcere per Italo Laracca, Adolofo Pandolfo, Angelo Tancredi e Mario Vozzolo; arresti domiciliari per Ivano e Roberto Bonifacio; divieto di dimora per Lucio Pandolfo, Decorso Antinozzi e Luigi Pandolfo; obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria (firma) per Fabio Buonamano, Antonio Aniello, Mario Ruggiero, Carlo Leone, Giuseppe e Carmine Sola, Valentino Miosotis e Costantino Vastante.Le accuse rivolte agli indagati dell’operazione Anargiri (che in greco significa “senza denaro”) sono, in concorso tra loro e a diverso titolo, di detenzione di sostanze stupefacenti finalizzato allo spaccio nonché di porto di armi comuni da sparo illegalmente detenute. L’ordinanza di custodia cautelare ricostruisce l’attività di spaccio (cocaina, hashish e marijuana) effettuata da un gruppo criminale operante nel sud pontino, e più specificatamente nel territorio di Castelforte, Santi Cosma e Damiano e comuni limitrofi, cui facevano parte alcuni soggetti collegati al clan “Mendico- Antinozzi”, (collegato, come noto, alla più vasta organizzazione criminale del Clan dei Casalesi), la cui esistenza è stata acclarata dalla Corte di Assise di Latina a seguito dell’indagine denominata “anni 90”, condotta dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei carabinieri di Latina e anche dalla successiva operazione, datata 2021 e denominata Anni 2000. La complessa attività investigativa, convenzionalmente denominata ANARGIRI 2, è stata sviluppata dai Carabinieri del N.O.RM. – Sezione Operativa del Comando Compagnia carabinieri di Formia, anche mediante attività tecniche, dinamiche e riscontri acquisiti sul campo, ed è iniziata nel mese di ottobre 2020 per concludersi nel maggio 2021.
L’indagine ha consentito di appurare una fiorente attività di spaccio di droga – cocaina, hashish e marijuana – nei Comuni di Santi Cosma e Damiano, Castelforte, Minturno, Formia e Cassino e individuare i canali di approvvigionamento della droga proveniente da Napoli e Roma.
Nel corso dell’indagine sono stati sequestrati complessivamente 318,3 grammi di cocaina, 375,77 grammi di hashish e 373,81 grammi di marijuana. I Carabinieri hanno arrestato in flagranza di reato 10 persone, oltreché a denunciare, in stato di libertà, 2 persone per traffico di sostanze stupefacenti ed altre 2 persone poiché detenevano illegalmente armi comuni da sparo: una Browning cal. 7.65, una Ruger cal. 380 ACP e un Revolver Taurus cal. 410. Inoltre sono state segnalate alle competenti autorità amministrative diverse persone per uso non terapeutico di sostanze stupefacenti. Nello specifico, lo stupefacente, una volta reperito dalla limitrofa Campania o da Roma, veniva smistato ai vari spacciatori per la successiva vendita al dettaglio nei comuni del Sud Pontino. Particolari cautele sono state attuate dai pusher sia nel trasporto dello stupefacente, mediante il metodo della “staffetta”, sia nelle conversazioni telefoniche nel corso delle quali si utilizzavano applicazioni di messaggistica istantanea volte ad eludere le ordinarie attività intercettive.
Singolare è stata l’attività di spaccio posta in essere da uno degli indagati nonché una delle menti del sodalizio, Italo Laracca (39 anni, coinvolto in più indagini anti-droga tra cui quella denominata “Traqueteros” nel 2021) di Marina di Minturno che, sebbene sottoposto agli arresti domiciliari, continuava a gestire l’approvvigionamento nonché lo spaccio dello stupefacente mediante l’individuazione di “Pusher”, successivamente remunerati per la prestazione fornita.
È stato documentato inoltre che lo stesso indagato aveva adottato un’azione di rivalsa nei confronti di un “pusher” ritenuto responsabile della sottrazione di alcune partite di stupefacente, che invero erano state sequestrate dai militari dell’Arma.
Infatti, in accordo con un appartenente all’Arma dei Carabinieri, in servizio alla Stazione di Ausonia, poi cacciato dalla stessa Arma, Carlo Leone (per lui obbligo di firma), anche lui destinatario dell’odierna misura cautelare avendo svolto la funzione di corriere oltre che di pusher, organizzavano una consegna di droga al fine di farlo arrestare.
L’attività odierna – spiega una nota dell’Arma – si inserisce in un più ampio rafforzamento dei presidi di contrasto al traffico di sostanza stupefacenti messi in atto dal Comando Provinciale dell’Arma di Latina nel territorio della Compagnia di Formia, agli ordini del Maggiore Michele Pascale.
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