Ieri a Isola del Liri si è tenuto un Convegno del Movimento Blu Nazionale. Chiare alcune considerazioni:
1. Il tema acqua dovrebbe occupare il centro della scena politica nazionale, regionale e locale. Oltre l’80% delle quote societarie private di chi gestisce le nostre reti idriche ( Acea; AcquaLatina; AcquaCampania; Umbriacque; Siciliacque; Gesesa; Gori…) è in mano a due multinazionali francesi VEOLIA e SUEZ.
2. Il ricorrere, “ogni tanto”, alle “crisi idriche”, cioè a periodi di carenza di acqua serve innanzitutto per sbloccare fondi pubblici, una volta dichiarato lo stato di calamità, si riverseranno nelle casse dei gestori ingenti quantità di denaro, che loro stessi gestiranno e che vista “l’emergenza” nessuno controllerà ( es. la costruzione del campo pozzi a Formia, dove si rischia di pescare acqua salmastra e non sono risolutivi né per la siccità estiva né per la torbidità invernale e sono costati oltre 1milione e 400mila euro).
3.L’informazione è completamente assoggettata ai gestori, con la vendita di banner pubblicitari e la compera di intere pagine di giornali, tutta l’editoria evita “accuratamente” di parlare dei falsi bilanci di alcuni gestori, di piani degli investimenti mai attuati, di inadempienza contrattuale e commistione tra incarichi nei consigli di amministrazione, incarichi di consulenze, politici e amministratori.
4. I fondi del PNRR nel settore idrico nazionale prevedono due finestre: una di 607 milioni di euro con scadenza 2024 e l’altra di 293 milioni di euro con scadenza 2026, fondi che dovrebbero rappresentare un’occasione di miglioramento della rete idrica, ma che rappresenteranno un modo per gestire appalti, fare clientele e investire sulla tecnologia che garantisce il business della parte privata, ad esempio la sostituzione dei vecchi contatori in modo da garantire al gestore le minori dispersioni amministrative, mentre quelle fisiche continueranno “a scorrere”. I fondi PNRR se non controllati, rappresentano appalti, gare, lavoro, clientele e voto clientelare, ciò lo afferma in primis la Corte dei Conti.
5.La proposta, voluta dai gestori privati e da una gran parte della politica dell’ATO UNICO REGIONALE, qualora dovesse essere attuata, renderà le nostre fonti, gli invasi, le sorgenti, le reti di distribuzione e le falde sotterranee sempre più gestite dai privati, sempre più in mano alle multinazionali, sempre più soggette alla logica di mercato trattando l’acqua sempre più come una merce e sempre meno come un bene comune.
Informazione e Formazione le due parole chiave per combattere tutto questo. Si continua…
n.b. e intanto a Formia siamo al 13esimo giorno di non potabilità dell’acqua
Operatore dell’informazione. Attivista culturale impegnato a scoprire, analizzare, descrivere e diffondere avvenimenti di vita locale quotidiana
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