La V commissione del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da Eugenio Patanè (Pd), ha espresso parere favorevole, a maggioranza e con osservazioni, alle “Linee guida della Regione Lazio sulla programmazione della rete scolastica per l’anno 2015/2016”. Astenuti i consiglieri del Movimento 5 Stelle Gianluca Perilli e Valentina Corrado.
Il documento – che torna ora in Giunta per l’approvazione definitiva – fissa criteri e indirizzi generali per la riorganizzazione dell’offerta formativa regionale. In particolare, contiene indicazioni relative all’acquisizione o mantenimento delle autonomie scolastiche, ai punti di erogazione del servizio, al dimensionamento scolastico e ai Centri provinciali per l’istruzione degli adulti.
Per acquisire o mantenere l’autonomia scolastica gli istituti dovranno avere un numero di alunni – consolidato e stabile per almeno cinque anni – compreso tra 600 e 1200 (con media di 900). Deroghe sono previste per le scuole delle isole Pontine e dei comuni montani e per gli istituti che si trovano in territori particolarmente isolati e/o disagiati, per i quali il numero minimo di alunni è fissato a 400.
Nel documento si sottolinea la necessità di correggere situazioni di plessi che presentano corsi incompleti, pluriclassi o numero di alunni fuori parametro. Viene poi favorita l’aggregazione in istituti comprensivi di scuole d’infanzia, scuole primarie e scuole secondarie di primo grado. Per le classi superiori, infine, si invita a evitare duplicazioni e sovrapposizioni rispetto a indirizzi già presenti nello stesso ambito territoriale.
A partire dalla prossima annualità, inoltre, gli istituti scolastici saranno tenuti a monitorare per tre anni indirizzi e opzioni di nuova attivazione e i dirigenti scolastici dovranno comunicare alla Direzione regionale i risultati del monitoraggio prima di poter formulare ulteriori richieste. Saranno sempre i dirigenti scolastici a dover documentare la presenza delle condizioni di legge per l’istituzione di nuovi licei musicali e coreutici e per l’attivazione di sezioni a indirizzo sportivo nei licei scientifici. I nuovi indirizzi istituiti decadranno automaticamente se non attivati nei due anni successivi.
Tutti i Centri territoriali per l’educazione degli adulti (C.T.P.) e i corsi serali, infine, cesseranno di funzionare il 31 agosto 2015 e andranno a confluire nei Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (C.P.I.A.) di prossima attivazione.
Il Piano regionale di dimensionamento sarà adottato dalla Giunta entro il 15 dicembre. A tal fine, le Province raccoglieranno le proposte dei Comuni e i pareri degli istituti scolastici e formuleranno i piani provinciali da inviare alla direzione regionale competente, motivando l’eventuale mancato accoglimento dei rilievi formulati dagli enti locali.
Nel corso della seduta la commissione ha accolto anche cinque osservazioni, due presentate dal consigliere Pietro Petrassi (Centro democratico) – e condivise dal presidente Patané, dai consiglieri del Gruppo Per il Lazio Rosa Giancola, Cristian Carrara, Marta Bonafonie Daniela Bianchi e dal consigliere Michele Baldi (Lista Zingaretti) – due a firma dei consiglieri del Movimento 5 Stelle Perilli e Silvana Denicolò e una del consigliere Perilli.
In particolare, con le prime due osservazioni (Petrassi e altri) si vanno a correggere situazioni di istituti attualmente sovradimensionati (prevedendo che tutte le istituzioni scolastiche debbano tendere ad avere un numero di alunni compreso tra 600 e 1200) e si inseriscono tre ulteriori criteri di cui tener conto nelle proposte di costituzione di nuovi istituti di istruzione superiore: la realtà socio-economica, produttiva e occupazionale del territorio, la peculiarità artistico-artigianale di alcuni territori rispetto ad altri e la possibilità di realizzare accordi di programma per stage di apprendistato.
Con le due osservazioni del Movimento 5 Stelle, invece, si sposta al 10 novembre il termine di presentazione dei Piani provinciali di dimensionamento e si prevede che le aggregazioni di più plessi debbano essere organizzate secondo il criterio di appartenenza al distretto scolastico del Comune di in cui si trova la struttura.
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