REPRESSIONE A ROMA E NAPOLI: USB, LE LOTTE NON SI ARRESTANO!

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Ieri mattina a Roma e a Napoli sono stati effettuati oltre 50 provvedimenti restrittivi – tra arresti domiciliari, custodia cautelare e obbligo di non allontanarsi dal comune di dimora abituale – nei confronti di rappresentanti dei movimenti per il diritto all’abitare, disoccupati e sindacalisti, tra cui esponenti di rilievo di AS.I.A.-USB.

A Roma la relazione è con la manifestazione del 31 ottobre, che i movimenti per il diritto alla casa avevano organizzato dopo le risposte negative del Ministero delle Infrastrutture alle richieste poste dopo le mobilitazioni del 18 e 19 ottobre. A Napoli l’accusa sembrerebbe legata addirittura al fatto di aver costituito un’associazione di disoccupati!

L’USB richiede il ritiro di tutti i provvedimenti restrittivi e l’apertura di  una riflessione generale sulla svolta autoritaria in atto nel Paese, che sta emergendo in modo sempre più evidente.

Dopo gli arresti e la repressione contro il movimento No Tav, e i pesanti interventi delle Questure di tutta Italia in merito a manifestazioni sindacali e di movimenti sociali che negli ultimi mesi si stanno ripetendo sempre più frequentemente, i provvedimenti di ieri  mattina fanno emergere una chiara e preordinata volontà repressiva nei confronti di chiunque intenda costruire opposizione ad un modello sociale basato sull’esclusione dei più dai diritti più elementari.

L’USB condanna fermamente questo clima di tensione finalizzato a reprimere preventivamente un conflitto sociale che rappresenta la naturale risposta a chi continua a sottovalutare gli effetti di una crisi sempre più grave, che sta portando alla povertà e alla disperazione milioni di famiglie.

L’USB è al fianco di coloro che sono stati ingiustamente oggetto di questi provvedimenti restrittivi e chiede a tutte le forze politiche e sociali e alle istituzioni che si chiarisca una volta per tutte che democrazia vuol dire anche diritto al dissenso,  poter esprimere liberamente le proprie posizioni, poter manifestare liberamente senza essere costantemente oggetto di repressione.

Le lotte sociali, dei lavoratori, dei senza casa e dei disoccupati non si fermano con le misure repressive: le lotte non si arrestano! Invitiamo tutti a vigilare ed a mobilitarsi, perché siamo di fronte ad una vera e propria “guerra preventiva” contro il conflitto sociale che emerge da una crisi che non sembra avere fine.


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