E siamo a tre. Dopo piazza Piazza S. Andrea di Trivio e piazza Aldo Moro, anche per la piazza della stazione pare proprio abbia bisogno di un restyling. Ma andiamo con ordine. In data 15 Luglio 2013 viene pubblicata sull’albo pretorio della provincia di Latina la determina numero 988 con la quale si autorizza una variante da circa 36mila euro per i lavori di rifacimento della piazza Piazza S. Andrea di Trivio. L’opera aveva già potuto beneficiare di due finanziamenti.
Il primo della provincia di Latina, per un valore di 150mila euro e il secondo del comune di Formia, per un valore di 200mila euro [comprensivi di un finanziamento privato di 20mila euro].
L’opera venne aggiudicata alla CO.PI Engineering srl di San Prisco (CE) con un ribasso del 26,996%. Durante la realizzazione dell’opera il direttore dei lavori l’Arch. Vincenzo Forte [ex consigliere comunale di Formia], ha riscontrato la necessità di eseguire apposita “perizia di variante” per lavori complementari e maggiori lavorazioni [vi risparmiamo l’elenco delle motiviazioni].
Apprendiamo che nulla può essere addebitato alla ditta che ha eseguito i lavori, che poi è la stessa che effettuerà i lavori in variante.
Dopo di che l’assessore ai lavori pubblici del comune di Formia, Eleonora Zangrillo, qualche giorno fa ci informa con un comunicato stampa che con determina del dirigente Stefania Della Notte (la n. 252 del 30 luglio) è stata approvata la perizia di variante per il completamento di piazza Aldo Moro, per intenderci la piazza posta sopra il parcheggio delle Poste.
I lavori, che partiranno a Settembre, si sono resi necessari in quanto la piazza presenta innumerevoli problemi, uno dei quali è paradossale, infatti “mancano i grigliati in acciaio e le relative strutture di sostegno che proteggono un vuoto di 12.00 ml in altezza con notevoli ripercussioni sulla sicurezza e tutela pubblica”.
Eppure appena nel febbraio 2012 la giunta Forte, di cui ricordiamo l’assessore Eleonora Zangrillo era ancora a piano titolo sostenitrice [quindi prima di saltare il fosso], aveva deliberato il “progetto dell’arredo urbano per il completamento della piazza Aldo Moro a copertura del parcheggio multipiano.”, grazie ad un contributo regionale di 598mila euro, a cui si sarebbero aggiunti 90mila euro prelevati dalle casse comunali.
Siamo andati sul sito del comune di Formia, ma della determina – di cui parla l’assessore Eleonora Zangrillo – nessuna notizia e quindi nemmeno dei costi che la collettività dovrà sostenere per rimediare agli orrori che qualcuno (progettista, impresa, etc) ha commesso, ovviamente nella certezza dell’impunità.
D’altronde è da sempre che il comune di Formia non pubblica sul proprio sito il contenuto delle determina, nonostante la legge sulla trasparenza lo imponga.
L’opacità dell’azione politica determina proprio queste incresciose situazioni, nelle quali è impossibile tenere sotto controllo la spesa pubblica, sia in quantità che in qualità.
Oggi è, ad esempio, è impossibile per un comune cittadino conoscere quanto è costata all’intera collettività piazza Aldo Moro, per poi doverci spendere ancora altri soldi.
D’altronde la piazza in questione sul parcheggio delle poste, che da quello che ricordiamo è ancora al centro di un contenzioso tra l’impresa Di Cesare e il comune di Formia, perché la prima pretende che gli vengano pagate delle spese sostenute per effettuare varianti d’opera mai liquidate. Il tutto probabilmente avrà significato un significativo aumento smisurato dei costi.
Pensavamo proprio di poter tirare il fiato, quando abbiamo appreso che anche la piazza della stazione di Formia ha bisogno di modifiche.
Nel caso in cui la notizia si riveli vera la notizia, crediamo sia opportuno che qualcuno ci dica quali sono le modifiche e soprattutto perché non è stato possibile pensarle in fase di progettazione. Una piazza che è stata sempre al centro dei malumori delle persone, soprattutto dei pendolari, che probabilmente dall’alto della loro esperienza di viaggiatori avevano da subito capito che così com’è è un “danno”.
D’altronde la storia di Formia è piena di opere fatte male o alla peggio di opere che sono state realizzate con un esborsi “gonfiati” rispetto ai costi iniziali.
Nessuno però è stato mai chiamato a risponderne. Ed allora probabilmente continueremo a dovere assistere a questo indecoroso spettacolo e a dover tirar fuori dalla nostre tasche i soldi per dare modo ai politici di farsi “belli”.
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