Qualche giorno fa abbiamo appreso dell’intervento critico di Paola Villa, esponente del movimento politico “Un’altra città”, in riferimento al Circo che, in questi giorni , occuperà una vasta area del nostro territorio per proporre spettacoli di sfruttamento umano ed animale.
E’ noto infatti che il circo itinerante sul modello Orfei sia caratterizzato dal maltrattamento degli animali, dallo sfruttamento del lavoro minorile, dalla mancata sicurezza sul lavoro e dalla promozione del lavoro nero.
I lavoratori del circo sono costretti, secondo le denunce dell’AIDAA (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente) a turni massacranti, senza un’adeguata paga, a contatto con gli animali senza protezione, mangiano e vivono in condizioni disumane, in spazi come le roulotte insufficienti a garantire i minimi canoni igienici.
Da dossier e da filmati realizzati da associazioni come “Nemesi Animale” e “Animal Defenders International”, risulta inoltre che le tecniche di addestramento degli elefanti prevedono l’uso di uncini o bastoni corredati di viti metalliche per obbligarli agli ordini, mentre i leoni vengono presi a pugni o pungolati con bastoni appuntiti e pali, picchiati con violenza con sbarre di metallo per eseguire entrata e uscita dal ring.
Infine lo spazio che un circo arriva ad occupare va dai 3000 ai 5000 metri quadrati e all’interno di esso devono convivere persone e dai 120 ai 150 animali, lasciando immaginare in che condizioni.
Accogliamo dunque e condividiamo la perplessità della Villa, ma allo stesso tempo poniamo l’attenzione sull’inesattezza dell’informazione circa l’impossibilità di evitare che simili e vergognose manifestazioni si ripropongano sul nostro territorio.
D’altronde la nostra città è una meta consueta di molti circhi, probabilmente perché è una piazza che attira un pubblico numeroso, composto soprattutto da giovanissimi che ignorano ciò che avviene veramente.
In una precedente occasione ad un utente, che su facebook si lamentava dell’autorizzazione rilasciata allo stazionamento sul nostro territorio di un circo, il sindaco Bartolomeo aveva ribattuto che era troppo tardi per ritirarla, ma che sarebbe stata l’ultima volta.
Ovviamente così non è stato.
Molti sindaci d’Italia stanno prendendo seri provvedimenti a partire da manifesti di condanna fino all’elaborazione di ordinanze complesse che vietano l’uso di specie selvatiche ed esotiche e pongono regole stringenti di tutela e benessere di persone e animali, tali da rendere impossibile l’attendamento di un circo.
Bisogna inoltre sapere che lo Stato sovvenziona i circhi annualmente con circa 6 milioni di euro perché riconosciuti nella loro “funzione sociale”.
Esistono sane alternative per l’arte circense, sull’esempio del “Cirque du Soleil”, basate su spettacoli che evitino maltrattamenti di ogni tipo.
Invitiamo pertanto l’amministrazione a prendere provvedimenti in tal senso e ad intensificare i controlli al fine di impedire che forme di sfruttamento e schiavitù siano legittimate nella nostra città.
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