Definire piano “industriale” il documento pubblicato sul sito del comune appare un pò pretenzioso, in quanto non si può definire piano un documento che non entra nel dettaglio del servizio, per definire tutti gli elementi che compongono il servizio di raccolta.
Appare davvero riduttivo riportare su di una tavola A4 l’intero territorio di Formia con la sua articolazione in zone. Specie quando occorre definire il modello di trasporto e presentare i percorsi che i mezzi dovranno seguire nel futuro servizio di raccolta.
Allo stesso tempo un esposizione fin troppo sintetica, con tabelle senza unità di misura, o senza un minimo di presentazione danno idea di una preparazione rapida e – forse – priva di un accurato controllo. Un esempio su tutti, nella curva di progetto di riduzione dei rifiuti, 25000 cosa deve rappresentare? Considerato come le quantità di rifiuti esposte nelle altre tabelle sono ben diverse.
Più che un piano industriale siamo di fronte ad un progetto preliminare dove sono delineate le linee di indirizzo lungo le quali si dovrà sviluppare il servizio. Sotto questo punto di vista l’impostazione è soddisfacente, perché in linea con l’esigenza di adottare la strategia “Rifiuti zero”. Allo stesso tempo è condivisibile la scansione dei rifiuti, finalizzata ad aumentare il più possibile il recupero di materiale, nonché a raggiungere la sostenibilità economica del servizio, mediante la riduzione dei costi della raccolta e la penalizzazione dei comportamenti inquinanti. Cosi come è valida la scelta di organizzare il servizio su due isole ecologiche e due aree di stazionamento posti ad est ed a ovest della città. Nonché il sistema di raccolta che prevede sia il porta a porta, sia il conferimento diretto.
Tuttavia il piano come impostato appare fin troppo ambizioso per le lacune che presenta. Infatti, dalla lettura della relazione e dall’esame del piano, non appare chiaro dove s’intenda realizzare l’isola ecologica a ovest (sembrerebbe che questa sia localizzata nella zona di Arvito), come anche le aree di stazionamento , che nella relazione si indicano ad Ovest, prima a San Giulio e poi al Porto; ad est, in zona Ponzanello- Santa Croce, mentre sul grafico è riportata nella perimetrazione di Gianola-Santo Janni.
Quest’approssimazione nella definizione dei centri di raccolta, attorno cui dovranno ruotare i trasporti, e la scarsa chiarezza su come questi – che tra l’altro dovranno essere dotati di stazione di rifornimento di carburante – sollevano non poche perplessità sulla fattibilità del piano i cui obiettivi – lo ripetiamo – sono condivisibili; che intende, nella fase iniziale, portare in un anno la percentuale di raccolta dal 37% al 59%.
Queste considerazioni diventano ancora più preoccupanti quando nel documento di “Bilancio economico di previsione e piano finanziario” non sembra sia fatta menzione dei costi necessari per realizzare le infrastrutture definite isole ecologiche e aree di stazionamento. Stesso discorso vale per la struttura definita “impianto di compostaggio di comunità” per il recupero della frazione organica che a regime dovrebbe occupare una superficie di 600 m2.
Sulla stessa linea, la definizione del sistema di raccolta puntuale volumetrica del rifiuto urbano residuale (indifferenziato), attraverso l’applicazione dei dispositivi Rfid sui sacchi dell’immondizia, avrebbe meritato maggiore attenzione e chiarezza, specie alla luce del fatto che negli anni successivi i cittadini potrebbero vedere aumentare le tariffe nel caso aumentino il numero dei conferimenti.
Da quanto si legge, appare evidente che, quanto delineato a grandi linee nel piano preliminare della gestione del servizio di raccolta dei rifiuti, sembra delegare alla direzione della costituenda società di gestione gli aspetti di dettaglio e quindi la definizione vera e propria del piano industriale. Questo potrebbe costituire un aspetto critico, anche alla luce del ricordo della Formia Servizi e di ciò che hanno significato gli errori di valutazione economica per la realizzazione del multipiano sulla stabilità della società.
Al di là dei facili proclami sulla partecipazione e sulla trasparenza, in questa materia – che gioco forza interessa tutta la popolazione – è fondamentale l’applicazione convinta della pratica delle consultazioni, alla luce delle criticità che il territorio presenterà nello svolgimento del servizio. Come è fondamentale che si prosegua con convinzione su questa strada durante il succedersi delle amministrazioni, evitando ripensamenti e varianti sostanziali, che non farebbero altro che farci assistere all’ennesima tela di Penelope che non porta a niente, mentre intanto il tempo passa.
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