La consigliera comunale e capogruppo di “Uniti per Cambiare”, Carmela Cassetta, ha presentato qualche giorno fa una proposta di mozione al Consiglio Comunale di Santi Cosma e Damiano, volta a esprimere netta contrarietà verso qualsiasi apertura per il ritorno al nucleare nel nostro Paese, considerando anche la vicinanza del comune alla centrale del Garigliano.
Santi Cosma e Damiano confina con la Centrale Nucleare del Garigliano, situata nel Comune limitrofo di Sessa Aurunca (CE), rendendo ancora più urgente il dibattito sulla questione nucleare e i potenziali impatti che tale scelta potrebbe avere sulla comunità e sull’ambiente circostante.
Inoltre, lo scorso aprile il Consiglio Comunale di Santi Cosma e Damiano ha approvato la costituzione di una comunità energetica rinnovabile, sottolineando l’impegno verso la promozione di fonti energetiche pulite e sostenibili.
La proposta di mozione presentata oggi sottolinea la necessità di favorire politiche per la transizione energetica, con particolare riferimento alla diffusione delle fonti rinnovabili , come soluzioni credibili ed efficaci per affrontare l’emergenza climatica.
L’accettazione della proposta di mozione rappresenterebbe un importante passo avanti nella tutela dell’ambiente e nella promozione di un futuro sostenibile per la comunità di Santi Cosma e Damiano.
Ci auguriamo che la proposta di mozione venga accolta con attenzione e che venga adottata a vantaggio di tutti i cittadini e della salvaguardia dell’ambiente
Carmela Cassetta
Gruppo Consiliare
Al Presidente del Consiglio Comunale di Santi Cosma e Damiano
A Tutti i Consiglieri Comunali di Santi Cosma e Damiano
Al Sindaco di Santi Cosma e Damiano Franco Taddeo
Alla Giunta del Comune di santi Cosma e Damiano
OGGETTO: No al ritorno al nucleare. No alla riapertura della Centrale Nucleare del Grigliano.
L’interrogazione
PREMESSO CHE:
Il Ministro all’Ambiente ed alla Sicurezza Energetica Giliberto Pichetto Fratin ha di
recente espresso apertura a favore del “nucleare di quarta generazione verde, sicuro,
sostenibile”, dichiarandolo utile per “raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione
ma anche per rendere il nostro Paese energicamente sicuro”.
TENUTO CONTO:
Delle recenti dichiarazioni della Premier Meloni ad un evento promosso dalla Italian
Scientists Association dove ha parlato della “grande prospettiva” legata alla
“possibilità di produrre in un futuro non cosi lontano energia (presuntamente,
ipoteticamente) pulita e illimitata dal nucleare da fusione”.
CONSIDERATI:
Le due PdL di recente presentati da rappresentanti dell’attuale maggioranza di
governo, che vanno nella stessa direzione, e rispettivamente:
La PdL presentata il 26 febbraio che vede come primo firmatario Maurizio Lupi di
Noi Moderati la cui proposta mira alla “adozione di una strategia nazionale di
sviluppo delle tecnologia nucleari di nuova generazione “ con la premessa che “lo
sviluppo di nuove tecnologie volte alla produzione di energia nucleare rappresenta
attualmente un’opportunità nel contrasto ai cambiamenti climatici e un’occasione
sviluppo delle conoscenze e delle competenze che l’Italia può vantare non solo nel
campo ricerca ma anche nella progettazione e produzione industriale di impianti”.
La PdL presentata l’11 marzo al Senato da Claudio Fazzone (FI) , presidente della
commissione ambiente , transizione ecologica ed energia di palazzo Madama, il cui
testo contiene “disposizioni per la riattivazione delle centrali nucleari esistenti sul
territorio nazionale e la costruzione di nuovi impianti di produzione di energia
nucleare” e nella relazione illustrativa il Senatore “Fazzone evidenzia come “a
differenza dei tradizionali combustibili fossili, la fissione nucleare non produce ne
CO2, ne altri inquinanti atmosferici per produrre elettricità” ed “implica ridotta
occupazione di suolo”, per tale ragione il PdL si pone l’obiettivo, “di introdurre l’uso
pacifico e civile dell’energia nucleare di nuova generazione”. Più nel dettaglio si
riparte dalla riattivazione e dall’ammodernamento degli impianti esistenti di Trino,
Caorso, Latina e Sessa Aurunca e si procede con l’individuazione dei siti per
l’insediamento di nuovi impianti nucleari […] con annesse misure di compensazione”.
CONSIDERATO ALTRESI’
Che gli Italiani si sono espressi per ben due volte, con due referendum sul nucleare,
con il referendum del 1987, in cui la maggioranza degli italiani espresse il desiderio
di allontanarsi dall’energia nucleare e in maniera netta ed inequivocabile con il
referendum abrogativo del 2011, dopo l’incidente di Fukushima, in cui il nucleare era
trattato nel Quesito 3 – Abrogazione delle nuove norme che consentono la
produzione nel territorio di energia elettrica nucleare, il cui dato definitivo fu che sul
totale dei seggi scrutinati negli 8.092 comuni italiani, si registrò un’affluenza alle
urne di circa del 57% ed i risultati dello scrutinio furono: ‘Sì’ 25.935.372 (95,35%) –
‘No’ 1.265.495 (4,65 %).
ATTESO CHE
Non è stato ancora risolto il nodo dell’identificazione del sito in Italia che dovrà
ospitare i 78mila metri cubi di rifiuti radioattivi a bassa e media attività e le scorie
delle ex centrali nucleari, rifiuti per i quali ci vorranno oltre 300 anni perché la loro
radioattività diminuisca a livelli bassi.
CONSTATATO CHE
Il sito di Latina non ha completato il decommissioning, mantiene intatte le sue
peculiarità per le quali era stato ritenuto idoneo, quali la stretta vicinanza al mare
come fonte idrica per il sistema di raffreddamento, la caratteristica di area
pianeggiante e non a rischio sismico, costituirebbe una delle prime opzioni di scelta
sul panorama nazionale in caso di riavvio di un programma di produzione di energia
nucleare nel nostro Paese.
CONSTATATO ALTRESI’
Che sebbene la percentuale di incidenti sia molto bassa, non è prevedibile, né
tantomeno escludibile nel lungo periodo di vita della centrale (decenni), come non è
escludibile alcun rischio di incidente causato dall’uomo o atto di volontario
sabotaggio, anche alla luce della situazione della Centrale di Zaporizhzhia in Ucraina,
che nelle parole di Rafael Grossi, direttore dell’AIEA (Agenzia Internazionale per
l’Energia Atomica) è stata definita “estremamente fragile e pericolosa” e lo stesso
Presidente Grossi proprio in questi giorni ha esplicitamente parlato di “rischio di
grave incidente nucleare” per la suddetta centrale nucleare.
CONSIDERATI
I lunghi tempi di realizzazione degli impianti, che fanno sì che il nucleare non possa
costituire una risposta credibile all’emergenza climatica in atto, alla quale si può
invece rispondere con le fonti di energia rinnovabile scevri da rischi e di rapida
istallazione ed attivazione.
CONSIDERATO ALTRESÌ
Che seppur gli incidenti che riguardano rilascio di materiale radioattivo possono
interessare una vasta area, le zone maggiormente colpite e quelle nelle quali si
verificano le conseguenze più gravi sono proprio quelle in maggiore prossimità
al sito della centrale.
CONSIDERATO ALTRESÌ
L’assenza di benefici significativi sul territorio rispetto all’utilizzo di qualsiasi altra
fonte di energie da fonti rinnovabili
TENUTO CONTO CHE
Il cosiddetto nucleare di IV generazione è ancora a uno stadio di sviluppo
primordiale, che nessuno progetto di SMR (small nuclear reactors) è ancora stato
avviato nel mondo con la costruzione di cosiddetti reattori di nuova generazione, che
l’unico progetto in fase avanzata (NuScale, negli Stati Uniti) è stato cancellato
quest’estate perché antieconomico nonostante un contributo pubblico di circa 600
milioni di dollari
TUTTO CIÓ PREMESSO E CONSIDERATO
IL CONSIGLIO COMUNALE
ESPRIME
Netta contrarietà verso qualsiasi apertura per il ritorno al nucleare nel nostro Paese e
in particolare verso ogni possibilità di riattivazione della Centrale Nucleare del Garigliano situata nel Comune limitrofo di Sessa Aurunca (CE) .
E IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA
A mettere in atto tutte le azioni necessarie per favorire le politiche per la transizione
energetica con particolare riferimento alla diffusione delle fonti rinnovabili da eolico
e fotovoltaico.
Lì, Santi Cosma e Damiano 27/06/2024
Firmato:
Carmela Cassetta
Consigliera Comunale e Capogruppo Consiliare “Uniti per Cambiare”
Operatore dell’informazione. Attivista culturale impegnato a scoprire, analizzare, descrivere e diffondere avvenimenti di vita locale quotidiana
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