Avevano organizzato una passeggiata nei boschi e giunti sul Monte Fammera tra Selvacava ed Esperia, Mario Piccolino e suo figlio entrambi di Spigno Saturnia, si sono imbattuti in una carcassa di Vitello ancora fresca, forse il pasto della nottata di Lupi o di un branco di cani inselvatichiti, o cani incrociati con Lupi. Un episodio non nuovo sulla catena dei Monti Aurunci come quello analogo accaduto a Luglio scorso e che ha visto coinvolto un Pony di proprietà di un allevatore di “Pony di Esperia” ed altri esemplari della medesima razza nel 2012. Casi decisamente preoccupanti che hanno scosso il campanello di allarme di molti allevatori del posto, consapevoli del fatto che spesso mettono a repentaglio il proprio bestiame nei pascoli di queste montagne. Il caso di pochi giorni fa, ossia il ritrovamento della carcassa di vitello, fa riflettere sulla comparsa ormai consolidata di esemplari di Lupi, o branchi di canidi ormai di casa sui Monti Aurunci, sicuramente importante per l’ecosistema faunistico, sebbene le problematiche intrinseche legate alla specie. L’unica soluzione tangibile per salvaguardare il bestiame nei pascoli al momento, visto che il lupo è un animale protetto e non si può cacciare e oltretutto non ancora certa la sua presenza sulla catena dei Monti Aurunci come tipologia di canidi, è quella di proteggere le greggi o le mandrie con mastini abruzzesi. Per quanto riguarda gli escursionisti che si avventurano in zone così a rischio a causa di questi repentini attacchi, il consislio è di non farlo mai in solitaria, ma in gruppi ben equipaggiati e con strumenti idonei all’orientamento e alla richiesta di soccorso.
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