Il Consiglio Comunale di Sermoneta ha approvato all’unanimità la delibera per la perimetrazione della futura area del “Monumento naturale di Monticchio”. Prosegue il cammino dell’Amministrazione comunale per arrivare all’istituzione di quest’area protetta, che ricade in un geosito già individuato dalla Regione: Sermoneta chiede all’ente regionale di riconoscere l’area della torre di Monticchio e delle sorgenti appunto come “Monumento naturale”, inteso come habitat o ambiente di limitata estensione che presenta caratteristiche di rilevante interesse naturalistico e/o scientifico, un atto necessario per poter affidare alla Regione la tutela di uno dei simboli di Sermoneta, ora di proprietà privata, inserendola nell’elenco dell’Agenzia Regionale Parchi. Dopo il primo passaggio a settembre in Consiglio Comunale, nella seduta di ieri è stato posto un altro tassello per questo importante traguardo. La delibera sarà inviata all’Ente Parchi regionali per gli atti consecutivi. Da tempo è iniziata una proficua collaborazione con la sezione di Latina di Italia Nostra per ottenere questo importante riconoscimento non solo sotto il profilo storico, che conta la torre e la “macchina dell’acqua” dei Caetani, ma anche per un insieme di ambienti naturali spettacolari, diventati habitat per esemplari di flora e di fauna. “Esplorando il Monticchio, aldilà dei fenomeni geologici e delle specie vegetali e animali presenti – si legge nella relazione redatta da Italia Nostra – si scopre un’articolazione di ambienti e scorci visivi, unici nel paesaggio pontino. Brandelli calcarei, speroni e lastricati residuali che, saturi d’acqua, creano condizioni ecologiche del tutto peculiari: le sorgenti puntuali (alcune anche mineralizzate come il Cacarello), i fossi drenanti (sorgenti lineari), un vero e proprio tratto di torrente (il fosso della Regina nel suo tratto iniziale) per la quantità d’acqua, la velocità della corrente, per le bianche sabbie sul fondo, ma soprattutto per l’affioramento di roccia in una macchia boscata; poi ancora rive densamente vegetate, lembi di prati umidi su pavimenti calcarei (fondo della cava e detrito di risulta), stagni laminari effimeri, profondi laghetti sorgivi (Acqua Turchina). “Ruderi” di natura che, a differenza dei resti archeologici destinati spesso a deperire definitivamente, sono qui in grado di rigenerarsi e creare nuovi ambienti vitali, habitat ed ecosistemi, grazie al contatto tra l’acqua abbondante e la pietra, anche quando questa giace demolita e frantumata sul fondo della cava abbandonata”. Un vero e proprio tesoro storico e naturale che il sindaco Damiano e la sua Amministrazione vuole preservare, proteggere e valorizzare. “Grazie alla collaborazione con Italia Nostra – spiega Claudio Damiano – e le associazioni del territorio vogliamo raggiungere questo straordinario risultato, un punto di svolta per la tutela e valorizzazione ambientale del nostro territorio”.
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