Procede l’iter per capire cosa sia stato sotterrato sotto la Strada Statale Appia. La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, dopo aver nominato il consulente, ha predisposto per le 10 di mercoledì i carotaggi sui 400 metri lineari di Appia posti sotto sequestro nel mese di giugno scorso. Un passo importante della Procura della Repubblica per accertare se su quel tratto stradale sono stati interrati rifiuti speciali tossici. Oltre agli agenti di polizia del commissariato di Sessa diretto dal vice questore Giovanni Stagliano che hanno condotto le indagini prima di consegnare il dossier in Procura, saranno presenti i funzionari del dipartimento provinciale dell’Arpac, la Forestale di Sessa Aurunca, il magistrato di turno, i funzionari dell’Anas e gli ambientalisti. I prelievi di terreno verranno effettuati anche al di fuori del perimetro sequestrato nelle terre vicine per poi stabilire se eventualmente ci possa essere stato un possibile inquinamento del terreno e della falda acquifera. I carotaggi della sede stradale già sono stati effettuati dall’Anas, tuttavia per mercoledì è la Procura che vuole vederci chiaro se eventualmente sono stati interrati i rifiuti secondo il codice Cer nocivi, pericolosi, industriali. Qualche mese fa un imponente manifestazione di sensibilizzazione alla vicenda fu svolta vicino al sito a cui parteciparono sindaci ed amministratori della provincia di Caserta e del basso Lazio, oltre che associazioni ambientaliste e non, il vescovo Antonio Napolitano, il parroco Maurizio Patriciello e migliaia di persone. Dopo le indagini del commissariato di Sessa partì una denuncia di un probabile inquinamento del sottosuolo anche da parte del responsabile locale di Legambiente Giulia Casella e del presidente regionale Michele Buonomo. Il luogo dove sarebbero stati sotterrati i rifiuti inquinati si trova sulla statale Appia presso il bivio che conduce alla centrale nucleare del Garigliano dove si sono conclusi i lavori da parte dell’Anas. “ L’eventuale interramento di rifiuti inquinanti comporterebbe rischi notevoli per l’ambiente e la salute delle persone – hanno più volte sottolineato Legambiente locale e regionale – trovandosi, nella zona indicata, coltivazioni di ortaggi vari che, una volta contaminati, entrerebbero nella catena alimentare, minando la salute dei consumatori”.
Fonte Caiazzo Rinasce Weblog Tv dell’Alto Casertano
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