“Qualcuno pensa che chi fa politica sia un cittadino con meno diritti degli altri. Le considerazioni che in questi giorni leggo sui consiglieri comunali di Latina, Vincenzo Malvaso e Michele Nasso, sono una offesa all’intelligenza di tutti. Come consiglieri comunali, qualsiasi sia il ruolo a cui sono chiamati all’interno dell’organismo di cui fanno parte, si occupano di scelte politiche e non di atti amministrativi che competono alla professionalità e alla responsabilità dei dirigenti e dei funzionari del Comune. Diffondere anche solo l’ipotesi che decisioni politiche generali possano essere legate ad atti amministrativi puntuali, è assurdo. Non solo, ma l’azione che questi consiglieri svolgono in Comune, sia in aula che in commissione, è assolutamente pubblica. Ricordo a me stesso, e a tutti, che le funzioni pubbliche sono pro tempore e che i cittadini che le ricoprono sono richiamati, dopo averle svolte, a tornare alla vita civile. Per queste ragioni non possono certo essere penalizzate nè chiuse solide attività o aziende, che come in questo caso garantiscono occupazione sul territorio, per una idea insensata di purezza della politica che esiste solo nella mente di Dio e non nella pratica attuale. Ed anzi è da apprezzare chi vive per la politica come Malvaso e Nasso e non di politica. La politica è responsabilità delle scelte e garanzia degli interessi generali. La pubblica amministrazione ha il dovere poi di applicare quelle scelte, nel rispetto delle regole, per tutti i cittadini in uguale misura prescindendo da ruoli, da cognomi, e da qualsiasi altra pretesa di amministrazione parziale. Esprimo solidarietà a Nasso e Malvaso per considerazioni gratuite e fuori luogo figlie soltanto di una deleteria cultura del sospetto che è l’esatto contrario della cultura del diritto. Questo gioco al massacro, iniziato con Berlusconi, deve finire. Per noi la politica è un’altra cosa, è servizio, è confronto sulle idee e sui progetti, è determinazione nel raggiungimento degli obiettivi è lavorare per costruire un futuro migliore. Non ci appartiene questa cultura, tipica di una certa sinistra, impegnata a demonizzare e ad abbattere a tutti i costi l’avversario politico”.
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