Dopo il successo ottenuto con i nostri allestimenti, prima dei Dialoghi, successivamente
della Moscheta, che ci hanno meritato l’appellativo di Eredi di Ruzante, abbiamo deciso di
portare in scena anche i nostri studi preliminari, allestendo una vera e propria Lezione – Spettacolo
che rappresenta la figura del Beolco all’interno del suo contesto storico.
Si tratta di un excursus interdisciplinare che abbraccia i 50 anni circa che vanno dalla scoperta delle Americhe al 1542,
anno della morte del nostro e dell’inizio del concilio di Trento. In questo intervallo di tempo c’è
tutta la genesi del mondo contemporaneo, la nascita delle strutture sociali, economiche e culturali
che resero il pianeta intero di fatto diverso, ricreando tutte le strutture portanti della società ed
identificando una nuova conflittualità, e con una serie di agganci all’attualità che ci permettono di
capire i legami con la nostra storia.
Del resto, la civiltà consumistica non ha toccato lo strato bestiale
dell’uomo. Lo scorso anno alcuni fatti di cronaca nera hanno
catalizzato l’attenzione pubblica, mentre è cresciuta la denuncia
contro il problema della pedofilia. La miseria umana non è stata
debellata, e se l’uomo non eleva il proprio sguardo oltre la sfera
dell’immanente, la sua bestialità è rimasta la stessa, arricchita forse
dalla povertà dei valori televisivi.
Come sempre divertendoci e cercando di divertire, ci siamo permessi un autentico atto di
immodestia, salendo sul “pulpito” ideale dell’attore – docente per rappresentare non soltanto
la vita e l’opera del Beolco, ma l’intero suo percorso culturale, la genesi delle sue opere, così
profondamente radicata nel contesto storico, da esserne efficacissima mimesi. Proprio da tale
lettura, l’importanza di Ruzante emerge con straordinaria efficacia e ne fa l’efficiente paladino di
una poetica tutta legata al corrompersi di un’atavica armonia a vantaggio di un “guazzabuglio”
moderno di difficile assimilazione, soprattutto per quel “contado” che subiva le vicende storiche
essendone vittima involontaria.
Al termine del nostro lavoro, ci sentiamo più ricchi, sappiamo che abbiamo lavorato bene e
profondamente. Ci chiediamo sempre di più perché un autore così importante sia finito nel
dimenticatoio della cultura ufficiale: è una delle più grandi colpe nazionali. E ci sentiamo un po’
quelli che hanno il compito di restituire la dignità dell’attualità ad Angelo Beolco detto Ruzante, che
fu l’autore teatrale più rappresentato per due secoli (XVI e XVII).
La trama: con un’attenta disamina degli avvenimenti, si procede
all’analisi delle fenomenologie storiche e culturali intervenute a
seguito delle importanti innovazioni del tempo. Non soltanto la
scoperta del nuovo mondo, ma l’invenzione della stampa, le
innovazioni nell’arte della guerra a seguito dell’avvento della polvere
da sparo e delle sue applicazioni, l’introduzione del sistema bancario
eccetera, resero il mondo “diverso” con una tale rapidità che, spesso,
il cambiamento stesso fu di difficile assimilazione. Il tutto, intervallato con le musiche popolari
eseguite rigorosamente dal vivo da Sivano Boschin (che ne è l’autore), Ivan Franzini e Mara, si
conclude con una esemplificazioni dei “Parlamenti” con Nino Fausti ed Alberto Ticconi, allegra,divertente, tutta da godere…
Il giorno 21 Agosto, a Trivio, in Piazza Sant’Andrea, ore 20.45
Il giorno 23 Agosto, a Penitro, in Piazza del Buon Pastore, ore 20.45
(Lezione – Spettacolo: La lettera all’Alvarotto)
di Nino Fausti
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