Ventotene: Torniamo ad essere un partito popolare e radicato con una netta identità. Bisogna mettere in sicurezza il PD. Non uccidiamo la speranza di chi ancora crede che la politica sia fatta di ideali, passione, partecipazione e non solo ed esclusivamente di potere. La riflessione di Francesco Carta

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Abbiamo vissuto mesi molto duri, la pandemia,  le migliaia di morti, la perdita del lavoro, il disagio dei giovani, le diseguaglianze fra donne e uomini e anche tra territori, hanno messo a dura prova i l nostro vivere quotidiano. Tutto ciò era impensabile fino ad un anno e mezzo fa. L’Italia oggi prova a ripartire. L’Europa ha abbandonato la linea di austerità che segui la crisi del 2008 e il governo Draghi spinge la politica, tutta la politica, a ritrovare se stessa su una idea comune: la ripresa e la rinascita sociale ed economica dell’Italia.

Ma a Latina e Provincia?

E’ un quadro che richiede un enorme sforzo e un’attenta analisi  degli accadimenti nel  nostro territorio, rattrappito dalle tante storture che lo percorrono e con una classe politica che appare sempre più distante dai bisogni dei cittadini ed incapace di dare risposte e soluzioni. Siamo di fronte ad una crisi di credibilità della politica che sta minando il tessuto sociale e morale della provincia aprendo fratture fra generazioni . Sono proprio loro, le nuove generazioni, che avvertono la politica come radice dei problemi e non più come lo strumento con il quale affrontare collettivamente e con fiducia una nuova idea di sviluppo e di opportunità.

Per questo riteniamo indispensabile anche un Partito Democratico più rigoroso, più impegnato a sostanziare la frase che in tanti ripetono: dopo il covid non si tornerà come prima. Dobbiamo ricostruire una  nuova dimensione, impegnare le intelligenze e le passioni ed  organizzarle per un futuro più giusto ed eguale. Invece è stato fatto tutto i l contrario. Si è profuso l’impegno a proteggere le posizioni acquisite, si è continuato ad usare vecchie tattiche per avere un potere sempre più ristretto da usare in modo cinico a favore di filiere spesso di chiara matrice clientelare.

Sono esemplari  due questioni: i concorsi dell’ ASL e le elezioni amministrative dell’autunno.

Quanto sta emergendo sui concorsi della ASL assume il volto più odioso di una politica che a fronte di una disoccupazione dilagante sa solo dispensare favori agli amici e ai familiari. Nei comuni che vanno al voto si costruiscono alleanze a geometrie variabili ed in alcuni casi alleanze confuse, indistinte in nome di una governabilità comunque sia e ad ogni costo. Per questo diciamo basta tatticismi, basta con una concezione da capi corrente nella gestione del partito che sta uccidendo la vita democratica e riducendo l’agibilità e la cittadinanza politica per tante e tanti di noi.

Tutto questo impone un cambio di passo

A tutto ciò dobbiamo ribellarci e non basta più indignarsi. Dobbiamo riprenderci la politica, coltivare il pensiero lungo, nel quale dirsi democratici e progressisti corrisponda inconfutabilmente alla nostra idea di società, di partecipazione e di democrazia. E’ questa la sostanza del campo largo dei progressisti e dei democratici:  tenere unite esperienze politiche diverse, civiche e associazionistiche per un progetto che rimetta al centro la persona e la sua emancipazione dalle diseguaglianze.

Torniamo ad essere un partito popolare e radicato con una netta identità. Hanno ragione i giovani democratici della provincia: bisogna mettere in sicurezza i l PD. Non uccidiamo la speranza di chi ancora crede che la politica sia fatta di ideali, passione, partecipazione e non solo ed esclusivamente di potere.

Iscritti,simpatizzanti ed elettori del Partito Democratico.

Latina: Alessandra Caputi, Andrea Calcagnini, Massimo Bortoletti, Leonardo Majocchi, Gabriele Mazzariello, Pamela Risi, Stefano Vanzini, 


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